Dopo gli ultimi casi di tossinfezione in Sicilia, causati dal consumo di tonno rosso, continuano i controlli serrati sui possibili traffici illeciti. Il tonno deteriorato potrebbe essere stato acquistato presso venditori abusivi o attraverso canali clandestini che avrebbero eluso ogni norma di sicurezza sulla conservazione del pesce. I carabinieri del Nas di Catania hanno perlustrato le province di Catania e Messina, comprese le zone a diretto contatto con le aree portuali, e la loro azione ha portato alla denuncia di 5 titolari di aziende e al sequestro di 2.200 kg di tonno e altre specie ittiche.
I traffici illeciti di tonno rosso sono sempre più frequenti e in alcuni casi il prodotto – seppur deteriorato – arriva a sfiorare quotazioni di diverse decine di euro al chilogrammo. I Nas hanno eseguito controlli su 20 esercenti, pescherie e distributori di prodotti ittici in tutto in Nord Est della Sicilia, soprattutto dopo alcune segnalazioni di intossicazione, pertanto le 5 persone denunciate sono accusate di frode in commercio.
L’azione dei militari e dei veterinari del Dipartimento di prevenzione dell’Asp di Catania ha portato alla scoperta di un deposito all’ingrosso di prodotti ittici del tutto abusivo. Al suo interno erano appena stati accatastati sette esemplari di tonno rosso di oltre due quintali ciascuno, per i quali era impossibile dimostrare la provenienza e la salubrità perché privi della certificazione sanitaria obbligatoria. I tonni, dai quali sono stati prelevati alcuni campioni, sono adesso sottoposti a controllo e analisi per verificarne l’idoneità al consumo.
Qualora le analisi confermassero la salubrità e idoneità al consumo delle oltre 2 tonnellate di tonno sequestrato, l’intera quantità sarà devoluta in beneficenza ad enti caritatevoli, per essere distribuita gratuitamente alle persone bisognose e alle famiglie indigenti.
Soltanto pochi giorni fa, dopo il caso di una ragazza intossicata per aver consumato tonno, i Nas di Palermo avevano controllato 5 depositi-pescherie ittici, sequestrando 220 kg di tonno rosso, 47 kg di pesce spada e circa 500 kg di pescato vario, in cattivo stato di conservazione e privi di ogni tracciabilità.
Dagli accertamenti, infatti, era emerso che la ragazza avesse ingerito tonno con una quantità di tossina istaminica 15 volte superiore ai limiti consentiti dalla legge. Pertanto i Nas ricordano ai consumatori di mantenere inalterata la catena del freddo nei prodotti ittici, soprattutto nel periodo estivi, perché le alte temperature favoriscono i processi di degradazione che producono grandi quantità di istamina, la sostanza che porta alla sindrome sgombroide, ovvero quell’intossicazione alimentare che può portare a gravi reazioni allergiche e a choc anafilattico.