Tra le tracce storiche della prima prova scritta di italiano per gli esami di maturità 2018, emerge la cooperazione internazionale, con riferimenti alle figure di Alcide De Gasperi e Aldo Moro. Il 2018, tra l’altro è proprio nell’anno in cui, il 9 maggio, si è celebrato il 40esimo anniversario ritrovamento del corpo di Moro in una Renault 4 rossa in via Caetani a Roma.
De Gasperi e Moro possono essere considerati come i precursori di una politica di cooperazione internazionale, se si pensa ai loro tentativi di apertura e collaborazione con l’intera Europa, soprattutto in un periodo in cui l’Italia usciva sconfitta dalla Seconda guerra mondiale. L’economia del paese era in ginocchio e il governo democristiano di De Gasperi riuscì a compiere un’opera di ripresa, anche grazie ai tentativi di appianare le divergenze interne alla politica italiana, creando un unico partito centrista che includesse anche le fasce più comuniste e di sinistra.
La cooperazione internazionale oggi è un settore in cui cercano lavoro molti giovani, volto alla promozione dei diritti umani e allo sviluppo dei popoli. Un fenomeno sempre più in crescita è quello della migrazione di molte persone dai paesi d’origine a causa di guerre, persecuzioni e violenze. Il caso della nave ong Aquarius con oltre 900 migranti a bordo, alla quale è stato negato l’accesso ai porti italiani, ha mosso le acque dei governi di tutta Europa. Le ultime vicende sui migranti, infatti, sono la testimonianza che oggi più che mai è necessaria un’attività di collaborazione tra i diversi Stati membri dell’Unione Europea per far fronte all’emergenza.
Tema storico, gli anni di Moro e De Gasperi
Il 9 maggio 1978, giorno del ritrovamento del cadavere, è una data rimasta impressa nella memoria della maggior parte degli italiani, soprattutto di coloro che hanno vissuto quegli anni bui scossi dall’attività delle Brigate Rosse. Un alone di mistero ancora avvolge il rapimento del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, la cosa certa che l’annuncio della morte tramite una telefonata del brigatista Valerio Morucci al professor Francesco Tritto, assistente di Moro, pose tristemente fine ai tanti tentativi, soprattutto politici, di riavere l’onorevole sano e salvo.
Nel giorno della memoria, le massime cariche dello stato italiano si sono raccolte, quest’anno, attorno al luogo in cui venne ritrovata la Renault rossa con il cadavere di Aldo Moro per deporre una corona sulla targa che ricorda il triste evento.
Dalla strage di via Fani, il 16 marzo 1978, in cui l’auto in cui viaggiava Moro venne fermata da alcuni brigatisti che in soli 3 minuti spararono 100 colpi uccidendo gli uomini della scorta del presidente, iniziarono i 55 giorni che lasciarono l’Italia con il fiato sospeso fino all’annuncio della morte di Moro.
La figura di Aldo Moro è ricordata per il suo tentativo di un accordo politico in aperta collaborazione con il Partito Comunista di Enrico Berlinguer, passato alla storia come “Secondo compromesso storico“. L’intento era di riavvicinare le frange comuniste e di sinistra all’area moderata e centrista del governo. Fu in questo contesto che le Brigate Rosse agirono con il rapimento, il 16 marzo, infatti era in giorno in cui si sarebbe dovuta votare la fiducia alla Camera.
Le Brigate Rosse non tardarono a rivendicare il rapimento e lo confermarono con una serie di comunicati, in uno dei quali si leggeva il motivo del sequestro: essere stato, insieme a De Gasperi, il promotore di un regime democristiano che opprimeva da 30anni il paese.
Alcide De Gasperi, alla fine della Seconda guerra mondiale, vinse le elezioni del 1948 e diventò il leader della Democrazia Cristiana. Da quel momento le sue azioni politiche mirarono alla creazione di un partito cattolico e centrista, con gli aiuti del Piano Marshall, inoltre, riuscì a favorire l’integrazione dell’Italia in Europa, diventando uno dei padri fondatori dell’Unione Europea. La cosiddetta stagione del “centrismo” nacque proprio in seguito alla vittoria elettorale della DC contro il Fronte Popolare che univa PSI e PCI.
Intanto, dopo il rapimento Moro, Roma venne blindata e il paese si divise tra chi voleva trattare con i terroristi e chi si oppose. Le Br proposero anche uno scambio, Moro al posto di alcuni terroristi in carcere ma non venne accettato. Fu il momento più difficile per l’Italia: da un lato c’erano la Democrazia Cristiana, i socialdemocratici, i repubblicani e liberali che escludevano ogni forma di trattativa che avrebbe dato un riconoscimento politico alle Brigate Rosse, dall’altro i possibilisti con in testa il socialista Craxi. La telefonata che annunciò la morte di Moro segnò la fine del compromesso storico.
Rimangono ancora molti punti oscuri sui 55 giorni del rapimento del presidente Aldo Moro, fu un periodo concitato in cui fu molto forte la pressione dei cittadini sulla politica italiana e che sicuramente segnò per sempre la nostra storia. Aldo Moro viene ancora oggi ricordato come un “vero uomo politico”, per l’attualità del suo pensiero politico volto al sostegno della democrazia.