Si stima che nel 2017 i minori soli ospitati dal sistema di accoglienza in Italia siano stati 18.300, di questi la metà circa – il 43% – in Sicilia, mentre solo il 3% sia andato in affido. È quanto si apprende da un rapporto sull’immigrazione diffuso da Save the Children in vista della Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra il 20 giugno. Secondo i dati raccolti, i minori stranieri non accompagnati rappresentano “una presenza costante e significativa sul totale degli arrivi via mare in Italia”.
In aumento la percentuale di bambini e ragazzini soli che hanno raggiunto l’Italia. Il numero è salito dal 13% nel 2016 e 2017 al 15% nel 2018, esattamente 2.171 dei 14.330 sbarcati fino all’11 giugno 2018. Di questi, l’83% ha tra i 16 e i 17 anni, ma ci sono anche gruppi di giovanissimi, ragazze e irreperibili.
In minori di età inferiore ai 14 anni sono 1.229, ovvero il 6,7% del totale, di cui 116 – lo 0,6% – al di sotto dei 6 anni. Il 60% delle ragazze, che ammontano a 1.247 cioè il 6,8% del totale, provengono soltanto da Nigeria ed Eritrea, dove sono esposte al rischio di tratta e violenza sessuale. Ben 191 di loro, il 15% del totale delle ragazze ospitate, sono ancora bambine raggiungono al massimo i 14 anni. Il 48,7% dei minori proviene da 5 paesi: Gambia (2202, 12%), Egitto (1807, 9,9%), Guinea (1752, 9,6%), Albania (1677, 9,6%) ed Eritrea (1459, 8%).
È in sensibile calo il numero dei minori soli che si rendono irreperibili, ma il dato rimane elevato. Al 31 dicembre 2017, erano 5.828 a fronte dei 6.561 del 2016. Sono invece 5.828 i ragazzi che negli anni si sono allontanati dalle strutture e risultano ancora oggi minorenni e irreperibili.
Tra gli irreperibili, che ammontano a 2.400 nel 2017, uno su sei (il 14,3%) è di cittadinanza guineana, il 9,7% è ivoriano e il 9,3% è somalo. Il loro obiettivo è raggiungere altri Stati europei per ricongiungersi con familiari e amici, pertanto sono soltanto transitanti che cercano di rendersi invisibili al sistema, dopo essersi allontanati dalle strutture di accoglienza, esponendosi così a pericoli e isolamento per attraversare da soli in confine tra Italia e resto d’Europa, a Ventimiglia, a Chiasso e al Brennero. Qui, come sottolinea Save the Children, vengono spesso respinti e anche se chiedono protezione internazionale.