La tecnica del taglia-incolla il Dna incrementerebbe il rischio di sviluppare un tumore. Questa osservazione è stata formulata da due diverse ricerche pubblicate sulla rivista scientifica “Nature Medicine“: uno dell’Istituto svedese Karolinska Institutet e l’altro dell’università finlandese di Helsinki.
Suddetta tecnica consiste in una sorta di ‘forbici’ molecolari della Crispr, utilizzate per correggere i difetti del Dna, e sono attualmente oggetto di sperimentazioni nei settori dell’immunoterapia e delle malattie ereditarie del sangue.
Tecnica taglia-incolla del Dna, le considerazioni
Giuseppe Novelli, genetista e rettore dell’Università di Roma Tor Vergata ha espresso la sua considerazione in merito ai due studi: “Nel loro esperimento i ricercatori hanno inibito la proteina p53, che è il guardiano del genoma perchè protegge la cellula dai danni del Dna. Hanno così visto che, bloccandola, migliora l’efficacia della Crispr”.
Gli fa echo Thomas Vaccari dell’Istituto di Bioscienze dell’Università Statale di Milano, aggiungendo che tale proteina elimina “le cellule danneggiate e anche le cellule tagliate e modificate dalla Crispr, le percepisce come danneggiate e cerca di eliminarle”. Tuttavia questa tecnica può comprotare dei seri problemi, in quanto “le cellule modificate con la Crispr potrebbero avere il loro guardiano del genoma meno efficiente e rimanere così esposte ad un maggior rischio di sviluppare in futuro un tumore”, prosegue Vaccari.
Secondo Novelli, invece, non bisogna comunque allarmarsi: “Al momento non c’è nessuna prova che la Crispr faccia venire il cancro. Questi risultati vanno confermati con altre ricerche”. I ricercatori, ha aggiunto il genestista di Tor Vergata, “hanno fatto una prova per migliorare l’efficienza della tecnica, ma non è detto che utilizzando altri enzimi per il taglia e incolla del Dna si abbia lo stesso problema. Al momento – ha concluso Novelli – la Crispr è il sistema più accurato ed efficiente per fare terapia genica sull’uomo”.