Si chiude così, con il più scontato degli epiloghi, la serie di Finals NBA tra Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers. In gara-4, i californiani hanno confermato il proprio dominio anche in trasferta, una superiorità messa in dubbio solo nel primo episodio della serie, quello caratterizzato dalla scellerata giocata di JR Smith sull’ultimo possesso dei tempi regolamentari. Una vittoria che certifica il terzo anello in quattro anni per lo straordinario nucleo di Golden State, che ha costruito una delle franchigie NBA più forti di tutti i tempi.
MVP della serie finale, ancora una volta, Kevin Durant, che in queste Finals ha ribadito il suo ruolo prioritario all’interno della macchina perfetta condotta da Steve Kerr, con una gara-3 da realizzatore purissimo. Un po’ di delusione per Steph Curry, ancora a caccia del suo primo riconoscimento di miglior giocatore delle Finals, autore di 37 punti in una gara-4 che, probabilmente, è stata ritenuta meno importante della precedente al momento dell’assegnazione del premio.
Kevin Durant receives the Bill Russell #NBAFinals Most Valuable Player Award! #DubNation #ThisIsWhyWePlay pic.twitter.com/No9jli12gd
— NBA (@NBA) 9 giugno 2018
Il vero, grande deluso di giornata è LeBron James, che con ogni probabilità ha chiuso la seconda parentesi della sua carriera ai Cleveland Cavaliers, e in estate andrà alla ricerca di una nuova franchigia da guidare alle Finals, dopo otto apparizioni consecutive tra Heat e Cavs nelle quali, però, ha raccolto solo tre anelli. Rockets e Sixers sono alla finestra, ma non è da escludere un clamoroso tentativo dei grandi rivali di LBJ ad Est, i Boston Celtics.