A ormai tre mesi di distanza dalla sua tragica scomparsa, emergono novità potenzialmente sconvolgenti sulle modalità della morte di Davide Astori. Una nuova perizia medico-legale consegnata al pm di Udine Barbara Loffredo, che ha aperto un’inchiesta sul decesso del capitano della Fiorentina, stravolge le certezze precedenti sul caso: non si tratterebbe di un rallentamento del battito cardiaco alla base della morte del calciatore, bensì, all’opposto, di una tachiaritmia, un’accelerazione fatale del cuore, che ha aumentato i battiti fino a fermarsi.
Uno scenario che rende le circostanze ancora più agghiaccianti: Astori, infatti, non si sarebbe spento nel sonno, ma da sveglio, e se avesse condiviso la stanza d’albergo a Udine con un compagno di squadra, questo avrebbe potuto salvarlo con i classici interventi di primo soccorso, dando l’allarme per ricevere assistenza medica da parte dello staff della Fiorentina.
Per il momento, il procuratore della città friulana non si sbilancia: “Non posso anticipare nulla — ha dichiarato Antonio De Nicolo —. Posso solo dire che sul caso è aperto un fascicolo a carico di ignoti. La collega sta studiando il documento. Non appena il lavoro sarà terminato decideremo se proseguire l’indagine o chiedere l’archiviazione”.