Un pasticciere del Colorado si rifiutò nel 2012 di preparare una torta nunziale per una coppia omosessuale. Il fatto, finito in tribunale, ha avuto il suo verdetto: infatti la Corte suprema degli States ha dato ragione all’uomo, che giustificava la propria decisione per la fede cristiana.
Invece, una commissione del Colorado aveva ribadito che il commerciante avrebbe dovuto servire tutti i clienti, indipendentemente dal loro orientamento sessuale.
La coppia, composta da David Mullins e Charkie Craig, era entrata nella pasticceria ‘Masterpiece Cakeshop’ di Denver per acquistare la torta nuziale ma il pasticcere si era rifiutato di vendere loro quel dessert. Secondo i due, la negazione sarebbe una discriminazione in base all’orientamento sessuale.
Jack Philips, il commerciante, si era difeso confidando nella fede cristiana: “Ho agito in base alla mia fede“.
La coppia pubblicò un post su Facebook dopo essere venuta a conoscenza di una legge che vieta ogni forma di discriminazione nei locali pubblici. Quella fu la spinta per decidere di intraprendere le vie legali. Vinse nei tribunali statali, ma la contesa procedette su per i gradi di giudizio, fino ad arrivare ad oggi.
Il caso in esame contrappone due diritti fondamentali: la libertà religiosa e la non discriminazione in base all’orientamento sessuale. Ne scaturì una contrapposizione. A favore del pasticcere si mobilitarono legali e gruppi di pressione cristiani, nonché alcuni membri del Congresso. E, il presidente Usa, Donald Trump.
Sul fronte opposto, invece, i gruppi per i diritti civili, a partire dal Center for American Progress dall’American Civil Liberties Union (ACLU). “Non è un caso su una torta”, aveva spiegayo Louise Melling, vicedirettrice legale dell’ACLU. “Questa è una domanda sul fatto che la Costituzione possa o meno sancire il diritto di discriminare. E sul fatto se una pasticceria possa mettere in vetrina il cartello: ‘Torte di nozze solo per eterosessuali'”.