Sono giornate particolarmente concitate in casa Milan, almeno sul piano societario. Se, infatti, il mercato è al momento piuttosto stagnante, limitato com’è a operazioni di contorno a parametro zero (Strinic, forse Badelj), il board del club rossonero è alle prese con due scadenze fondamentali per il suo futuro. Il misterioso patron Li Yonghong, innanzitutto, è chiamato a versare in tempi brevi, per non dire brevissimi, un aumento di capitale da 10 milioni di euro, per far fronte alle esigenze di cassa, per lo più costi di gestione, nell’immediato, in attesa di quello ulteriore da 25, chiesto dagli azionisti per la fine del mese di giugno.
Il 7, poi, sarà un giorno forse ancor più decisivo per le sorti del Milan che verrà. L’Adjudicatory Chamber dell’UEFA, infatti, si pronuncerà sulle violazioni commesse dai rossoneri nei confronti della normativa sul Financial Fair Play, intervenendo con una sanzione che si preannuncia molto pesante, dopo aver rifiutato il settlement agreement: lo spauracchio è quello della squalifica dalle competizioni UEFA, che sarebbe un vero macigno per le ambizioni di ripresa del club, sia dal punto di vista sportivo che da quello economico, mentre Fassone spera di potersela cavare con una pesante multa, o con delle restrizioni al mercato in entrata e alle liste per le coppe europee.