Un modo per riqualificare il parco della Favorita ma anche per ricordare e sottolineare il ruolo protagonista che ebbe la Sicilia al termine della seconda guerra mondiale. Questo l’obiettivo del WWIIMM, il World War II Memory Museum, che nasce dall’idea dell’omonimo comitato, composto da storici, architetti e giornalisti, a partire da una scoperta di inestimabile valore effettuata dall’architetto palermitano Giulia Argiroffi: dodici cisterne ipogee alle pendici di Monte Pellegrino, all’interno del parco della Favorita. Le strutture risalgono al 1935 e sono state attribuite recentemente all’ingegnere Pier Luigi Nervi, protette fino ad ora dal segreto militare e che ne fa testimoni del periodo storico in cui la Sicilia si pose al centro della storia internazionale.
E quale momento migliore se non il 2018, anno in cui ricorre il 75° anniversario dello sbarco degli Alleati in Sicilia, per restituire al mondo un tesoro così prezioso? “Una data importante che dobbiamo essere in grado di valorizzare e saper raccontare perché la Sicilia – spiega Danilo Maniscalco, architetto e vicepresidente del WWIIMM – è il primo lembo d’Europa ad essere liberato dal nazifascismo. All’interno della grande battaglia dell’Operazione Husky in Sicilia si svolgeranno tutta una serie di situazioni che fanno di questo racconto, un quasi inedito – precisa Maniscalco – perché l’abbiamo dimenticato e non l’abbiamo saputo raccontare adeguatamente, rendendo alla Sicilia una pagina importante dei libri di storia”.
World War II Memory Museum: un progetto inedito a Palermo
Un progetto che si configura come un’opportunità per realizzare a Palermo un tipo di museo inedito che possa dare voce e sappia testimoniare in maniera viva e innovativa gli avvenimenti che coinvolsero tutti i Paesi che presero parte al secondo conflitto mondiale. Ogni cisterna, alta ben 16 metri e mezzo, ospiterà infatti il racconto di ogni singolo Stato belligerante senza distinzione di schieramento “sapendo che nella cisterna accanto un altro Stato sta facendo la stessa cosa”, continua Maniscalco.
Il WWIIMM diventerebbe così l’unico museo al mondo a raccontare materialmente la Storia partendo da un confronto narrato. “E’ un progetto molto ambizioso perché sostanzialmente è quasi un prototipo – chiarisce l’architetto Andrea Liguori – perché non ci sono altri esempi in Europa né al mondo. Il presupposto stesso da cui parte è sostanzialmente diverso da quello che è stato realizzato fino ad ora ovvero di mettere a disposizione di ogni Paese uno spazio per raccontare la propria storia”.
“La Storia racconta la Storia”
Non un luogo a caso è stato scelto per presentare l’iniziativa. Il comitato WWIIMM ha infatti deciso di raccontare il futuro delle cisterne di Nervi nella cripta della Chiesa di Santa Rosalia, nella centrale via Marchese Ugo, Sacrario dei caduti della grande guerra (1915 – 1918), dove sono riportati i nomi di 1500 palermitani, e uno degli ultimi progetti di Ernesto Basile. La proposta è quella di affidare ad ogni Stato (Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Russia, Germania, Italia, Sicilia, Cina) la bonifica, la progettazione e l’assoluta libertà narrativa ed espositiva di ogni cisterna raccogliendo in essa reperti, cimeli, libri, mappe e filmati. A queste poi si aggiungerebbe uno spazio destinato agli altri Paesi alleati, ai Paesi satellite e all’Olocausto e la “casermetta” che raccoglierebbe le architetture militari di Pierluigi Nervi.
Il progetto si potrebbe riassumere con le parole di Danilo Maniscalco: “La Storia che racconta Storia perché nulla come l’architettura riesce a sintetizzare senza parole alcuni messaggi importanti e nulla come i luoghi che hanno vissuto la Storia in prima linea – conclude – riescono a trasmettere una serie di emozioni particolari senza bisogno di parlare”.
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Credit Foto: Valentina Grasso