Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l’imposizione di dazi sull’importazione di acciaio e alluminio da Canada, Messico e Unione europea. La misura è scattata alla mezzanotte di Washington, ha annunciato il segretario al commercio Usa, Wilbur Ross. Finora i paesi dell’Unione europea, il Canada e il Messico erano stati esentati dalla tariffa del 25% sulle importazioni in Usa di acciaio e da quella del 10% sulle importazioni di alluminio. Gli Stati Uniti dovrebbero quindi imporre quote o limiti alle importazioni di acciaio e alluminio anche da altri Paesi come Corea del Sud, Argentina, Australia e Brasile.
La dura posizione dell’Ue contro le misure di Trump
“È un brutto giorno per il commercio mondiale. L’Ue non può non reagire. Nelle prossime ore prenderemo delle misure di compensazione: ciò che possono fare loro siamo in grado di farlo anche noi”, ha detto il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.
Il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, ha commentato: “Siamo pronti a far fronte a qualsiasi tipo di scenario e a difendere gli interessi dell’Unione europea e il diritto commerciale internazionale”. “La Commissione si è impegnata in un dialogo di alto livello politico con gli Usa” e ci sono stati ancora ieri e oggi bilaterali a Parigi, ha ricordato il portavoce, “non speculiamo sulla decisione finale degli Usa, che spetta a loro prendere”.
La commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem e il ministro dell’economia giapponese Hiroshige Seko condividono “la loro seria preoccupazione su dazi aggiuntivi o quote su acciaio e alluminio” da parte degli Usa. Lo si legge in una nota congiunta emessa a margine della ministeriale Ocse a Parigi, alla vigilia della scadenza dell’esenzione concessa a fine marzo. Questi, sottolineano Ue e Giappone, “non sono giustificati sulla base dell’argomento della sicurezza nazionale” usato da Washington.
Se gli Usa impongono dazi anche sulle auto e pezzi di ricambio, questo “causerebbe gravi turbolenze sul mercato globale e potrebbe portare alla fine del sistema commerciale multilaterale basato sulle regole del Wto“, si legge ancora nella nota congiunta. I dazi sulle auto, infatti, “avrebbero un impatto restrittivo maggiore che colpirebbe una parte molto sostanziale del commercio globale”. Sia Malmstroem che Seko hanno quindi “confermato la loro intenzione di cooperare strettamente nel discutere di queste preoccupazioni con gli Stati Uniti e di fare appello ad altri Paesi che la pensano allo stesso modo di unirsi ai loro sforzi”.
Le critiche cinesi al piano Usa
La Cina, intanto, ha criticato il piano Usa relativo ai controlli sugli investimenti come violazione delle regole del commercio mondiale, riservandosi il diritto di reagire qualora diventino effettivamente operative. Si tratta di una proposta contraria “alle regole e allo spirito di base” dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), ha affermato nella conferenza stampa settimanale il portavoce del ministero del Commercio Gao Feng, secondo cui “la parte cinese valuterà con attenzione le mosse Usa riservandosi il diritto di adottare misure relative”. Il nuovo fronte di scontro tra Washington e Pechino è maturato nell’imminenza della missione del segretario al Commercio americano Wilbur Ross, in Cina dal 2 al 4 giugno per un nuovo round negoziale sul corposo dossier del commercio.