“Ho scritto un’enorme minchiata, chiedo scusa a tutti”. Sono queste le parole di Manlio Cassarà, 40enne di Palermo, che è finito nel mirino della Procura di Palermo dopo la frase twittata contro il presidente della Repubblica. “La mafia ha ucciso il #Mattarella sbagliato”, aveva scritto, e adesso finirà sulla lista degli indagati per attentato alla libertà e offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica. La sua difesa sulle colonne de La Repubblica.
Twitter ha bloccato il suo profilo e Manlio Cassarà è sparito immediatamente da tutti i social network ma questo non è bastato a cancellare le sue parole ed è finito tra gli indagati, insieme a Michele Calabrese ed Eloisa Zanrosso, per le frasi ingiuriose su Mattarella. “Chiedo scusa a tutti – ha detto a La Repubblica -, in primis al presidente Mattarella, poi ai miei familiari, ai miei amici e a tutti quelli che ho offeso con le mie stupide parole”. E in sua difesa, ha aggiunto: “Ho scritto quel tweet senza rifletterci”.
Nell’intervista rilasciata, Cassarà tenta in tutti i modi di giustificarsi. “Non volevo mancare di rispetto al dolore del presidente e alla sua storia personale- ha detto – ; la mafia mi fa schifo e maledico quel momento in cui non ho acceso il cervello. Ero arrabbiato, sì, quando ho saputo che Mattarella non aveva fatto partire il governo Lega-Cinquestelle, ma questo non giustifica quello che ho scritto”. Infine, preoccupato chiede: “Ora finirò in carcere? Potrò avere un avvocato d’ufficio? Perché io non ho molti soldi”.