Il “poeta di strada” Ivan Tresoldi è stato imputato per imbrattamento. L’artista che scrive i suoi versi sui muri di Milano durante l’interrogatorio si è difeso così: “Io non deturpo lo spazio pubblico, le mie vernici sono ad acqua e le opere si cancellano col tempo”.
Il pm Elio Ramondini ha contestato, nel capo di imputazione, la ventina di lavori di Tresoldi comparsi in diverse zone della città e ha chiesto il rinvio a giudizio del poeta. Sono brevi componimenti, a volte di un solo verso, come “Una pagina bianca è una poesia nascosta”.
Il caso giudiziario è nato dopo una scritta comparsa sul muro di fronte alla Biblioteca Bicocca, denunciata da un gruppo di guardie ecologiche. Ivan è stato interrogato dalla polizia locale e si è autodenunciato portando con sé una ventina di foto con le sue opere sui muri. A sua difesa l’artista ha detto di “agire sempre dopo aver condiviso le sue intenzioni con gli abitanti della zona”.