Quest’esecutivo non s’ha da fare. O forse sì. Lo stallo procede infatti verso il terzo mesiversario, ma le insegne giallo-verdi potrebbero davvero essere al fotofinish. Anche se troppe volte li abbiamo dati per vincenti e siamo rimasti delusi. L’ultima, lo ricorderete, ha fatto esplodere un caso mediatico. L’alt del Presidente Mattarella che ha diviso l‘Italia e rischiato di far tramontare le nozze appena celebrate tra Di Maio e Salvini. Oggi, alla ripartenza, il ‘no-euro‘ torna tra i temi più inflazionati. Quel ‘no-euro‘ velato, forse nascosto, che preoccupava il Capo dello Stato e che ha rischiato di mandare tutto al tracollo. Un ‘no-euro‘ che oggi ha visto intevernire l’ennesimo nome illustre.
Cari Salvini e Di Maio. Inizia così la lettera che Lupo Rattazzi ha deciso di inviare ai leader del nascente (o quasi) esecutivo grillo-leghista. Chi è Rattazzi? Ѐ un imprenditore 65enne, figlio di Urbano Rattazzi e Susanna Agnelli. Presiede la Neos, la compagnia aerea del gruppo Alpitour. Insomma, non è esattamente un outsider. Ed è per questo che per scrivere ai due leader, ha comprato una pagina di Repubblica. E per porre la sua domanda, ha usato un intero foglio di giornale.
Ѐ una domanda complicata, quella di Rattazzi ai capi della Lega-pentastellata. Ma è anche una domanda retorica. “Ma voi queste cose le avete raccontate al vostro elettorato, soprattutto a quello che vive di salari e pensioni?” Di quali ‘cose‘ parla, Rattazzi lo precisa poco prima in una puntualissima premessa articolata in due brevi punti.
Il fulcro è Italexit. L’obiettivo, cioè, del presunto ‘piano B’ contenuto nella guida pratica per l’uscita dell’Italia dall’Euro. Alla stesura di questa cosiddetta guida pratica, presentata alla Link University di Roma e pubblicata su ‘Scenari Economici‘ nel 2015, ha colloborato il nome più pesante di questi mesi di trattativa. Si tratta di Paolo Savona, il designato numero 1 del MEF che Mattarella ha respinto. Senza se e senza ma.
Rattazzi, ad ogni modo, ha fatto i compiti a casa. E ce lo dimostra ampiamente. Sa, infatti, che nell’Italexit illustrato sulla guida ci sono due ammissioni. Ammissioni che Lupo definisce ‘candide‘. Di cosa stiamo parlando? Di due conseguenze inevitabili del processo di divorzio tra Roma e Bruxelles. La prima è la riduzione del potere d’acquisto, che subirebbe un calo per (almeno) 2 anni. La seconda, invece, è un’eco della prima. E cioè che a beneficiare di Italexit sarebbero i ricchi. Sì, proprio loro. Quelli che Lupo definisce ‘fasce medio-alte della popolazione‘, quelli che possono permettersi investimenti esteri. Dunque, si chiede Rattazzi, ‘queste cose‘ Di Maio e Salvini ce le hanno spiegate? Le hanno spiegate ai loro elettori?
Ѐ quasi ironico poi che a spiegarcele, ‘queste cose‘, debba essere uno come Lupo Rattazzi. Uno che ha controllato per anni società miliardarie come la Ferrari o la Juventus. Uno che avrebbe ben poco da preoccuparsi ‘di salari e di pensioni‘ e di tutti gli argomenti di cui Salvini e Di Maio parlano da anni.