Bon ton e galateo a tavola non sono per niente fuori moda, e non devono far pensare a figure imbalsamate con le spalle strette e la boccuccia contratta. Anzi tutt’altro, certe regole sono attuali e ancora molto importanti e ci vengono in aiuto anche nei casi più difficili. A 400 anni dal Galateo di Giovanni Della Casa, che continua ad essere il manuale di buone maniere più ristampato con lo stesso titolo, sugli scaffali delle librerie, infatti, proliferano testi di bon ton ed etichetta. Sapersi comportare adeguatamente in ogni contesto, senza risultare affettati o troppo disinvolti, oggi più che mai, è fondamentale.
Un gesto errato o una disattenzione di troppo offuscano l’immagine molto più di un uragano ad agosto. Il rischio dell’errore è altissimo, e soprattutto quando si tratta di appuntamenti di lavoro, brunch o cene in piedi, la conoscenza delle buone maniere di ieri e di oggi diventa importante per fare scorrere gradevolmente i nuovi appuntamenti conviviali, che soprattutto ultimamente hanno sostituito i tradizionali pranzi o cene. Nel nuovo abc della tavola tutto è semplificato, ma attenzione: potete ridurre il numero di bicchieri e posate, ma le posizioni, non si toccano.
Partiamo dal tovagliato e dalle posate. Tovaglia e tovaglioli dovranno essere sempre dello stesso colore, le due forchette dovranno essere disposte sulla sinistra del piatto mentre i coltelli sulla destra e con la lama rivolta verso l’interno. Le posate si utilizzano a partire dall’esterno e hanno una funzione specifica per ciascuna portata. Per quanto riguarda i bicchieri ne avrete a vostra disposizione tre: uno grande per l’acqua, uno medio per il vino rosso e uno piccolo per il vino bianco.
Accanto ai bicchieri, sulla sinistra, nelle apparecchiature un poco più formali, troverete un piattino per il pane che dovrà essere spezzato su di esso per evitare di fare molliche sulla tovaglia. Il tovagliolo, sempre alla sinistra del piatto, durante il pasto verrà adagiato in grembo e, ovviamente, mai legato al collo.
La posizione delle posate ha un significato molto preciso. Attenzione quindi perché rischiate non solo di essere fraintesi ma anche di offendere padroni di casa e commensali. Se consideriamo il piatto un orologio immaginario, a metà del pasto le posate si posizionano alle 20.20, alla fine, alle 18.30. Un’attenzione non secondaria va necessariamente riservata alla quantità del cibo offerto: sempre meglio preferire la moderazione. L’esagerazione, come diceva Monsignor Della Casa, è assolutamente inelegante.
A tavola, attenzione alla postura: la schiena è dritta, i gomiti paralleli al busto, i polsi appoggiati sul bordo del tavolo. Le gambe non saranno mai allungate sotto il tavolo, né accavallate, ma raccolte sotto la propria sedia. L’immagine nel suo insieme dovrà risultare naturale e non rigida e ingessata. Si inizia a mangiare quando tutti i commensali saranno serviti. Se la pietanza è calda non affrettatevi a soffiare nel piatto, le onde non sono ammesse a tavola: attendere qualche minuto sarà risolutivo. Se abbiamo avvistato qualcosa di allettante troppo distante da noi, piuttosto che ad improbabili allungamenti muscolari, sarà preferibile affidarsi alla gentilezza del più vicino commensale e chiedere di porgerla; inoltre, per rifiutare qualcosa, basterà un cenno di diniego senza troppa enfasi.
Esclamazioni entusiastiche come “buon appetito!” sono da lasciare in soffitta: basterà sollevare lo sguardo accennando un sorriso di approvazione. Allo stesso modo, prima di un brindisi, piuttosto che “cin cin” o “salute!” sarà meglio sollevare il calice rivolgendolo nella direzione del festeggiato.
Inoltre, ricordate: il cibo non si tocca con le mani, se non nel caso di pane e grissini, è vietato produrre rumori con la bocca e quando la nostra minestra sta per finire, basta inclinare leggermente il piatto per raccoglierne le ultime cucchiaiate. Se questa risultasse una manovra troppo spericolata, allora desistete. I bocconi della pietanza che si sta consumando vanno spezzati di volta in volta senza mai portare il coltello alla bocca. Vietata, anche se deliziosa, la scarpetta.
Infine, anche se oggi potrà sembrare esagerato, non è cortese parlare al telefono o inviare messaggi mentre si è a a tavola. Arrivare in ritardo è una grave mancanza, così come presentarsi in anticipo, vi consigliamo quindi di controllare bene l’orario dell’invito e di rispettarlo come richiesto dal bon ton. In sintesi, ancora oggi, sobrietà e misurato buon gusto sono il lascia passare per stare bene in società.
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