Chiudere Facebook per un mese. È la decisione del governo della Papua Nuova Guinea che vuole comprendere il fenomeno delle fake news e constatare l’effetto sulla popolazione di una decisione del genere.
“Questo tempo ci consentirà di prendere informazioni e identificare le persone che si nascondono dietro profili falsi, utenti che caricano foto a contenuto pedopornografico o quelli che postano informazioni false che vanno filtrate e rimosse”, ha affermato il ministro della Comunicazione Sam Basil al Post Courirer newspaper. “Questo consentirà alle persone con identità reali a usare il social network responsabilmente”, ha aggiunto il ministro.
“Il governo, trascinato dalla globalizzazione di Internet, non ha mai avuto tempo di riflettere su vantaggi e svantaggi di Facebook ed educare la popolazione”, aveva dichiarato qualche settimana fa lo stesso ministro in seguito al caso Cambridge Analytica.
Si tratterebbe, secondo Sam Basil, di un’occasione per creare un proprio social network grazie a sviluppatori che possa parlare “fuori e dentro il paese”. Papua Nuova Guinea vanta infatti una popolazione di circa 8 milioni di abitanti.
Aim Sinpeng, esperto di politica e media digitali dell’Università di Sidney ha espresso al Guardian le proprie personalità in merito, in quanto Facebook è stato bannato in altre nazioni per motivi di censura, come in Cina.
“Un mese è un tempo limite interessante ma non sono sicura che porti al risultato necessario. Se si è concentrati sul problema fake news – spiega l’esperta – ci sono molti modi di monitorare il fenomeno senza oscurare una piattaforma”.