Non sanno cosa sia una carta di credito, non hanno mai usato internet o visto la televisione, non hanno mai preso la metropolitana. Sono gli studenti della Yeomyung School di Seul, la capitale della Corea del Sud, che dà un’istruzione e anche una sorta di libretto d’uso alle persone che fuggono dalla Corea del Nord e non sanno come sopravvivere in una realtà del tutto diversa da quella in cui hanno vissuto.
Quando superano il confine si sentono persi. Non sanno come orientarsi e fanno fatica a comprendere la lingua, imbastardita da tanti inglesismi. Non sanno come muoversi nel XXI secolo e non capiscono come si possa anche solo pensare di sprecare il cibo.
Il “Guardian” ha raccolto diverse testimonianze degli allievi della Yeomyung School nati e cresciuti nel regime dei Kim, dove la privazione sembra essere la parola d’ordine. Questa scuola vuole diventare un modello per l’istruzione dei Nordcoreani in una prospettiva di unificazione, che diventa sempre meno utopistica dopo il recente incontro fra il leader nordcoreano Kim Jong-Un e il presidente sudcoreano Moon Jae-In.
La speranza è che ci possa essere un’unica Corea un giorno. Magari questi giovani saranno il motore di questa unificazione attraverso il loro esempio. Come Pak Sool che vorrebbe diventare medico: “Il sistema sanitario della Corea del Nord non funziona bene e non ci sono medici preparati. Quando arriverà l’unificazione, spero di poter tornare nel mio Paese per curare le persone che stanno ancora soffrendo”.