“Sono stato un capro espiatorio, il simbolo di tutto quello che non andava nel calcio italiano. Non vedere la Nazionale in una competizione del genere non era nemmeno immaginabile. La sofferenza degli italiani verrà mitigata dal tempo, la mia invece me la porterò sempre nel cuore”. Così l’ex ct della Nazionale di calcio italiana, Gianpiero Ventura, ha raccontato a “Che Tempo che Fa” la propria esperienza sulla panchina azzurra, ripercorrendo le tappe del fallimento della sua gestione culminata con l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali in Russia 2018.
Nessuna fiducia
“Sapevamo bene cosa ci aspettava quando abbiamo cominciato le qualificazioni mondiali: una sola squadra qualificata, e noi eravamo nel girone della Spagna. Siamo arrivati allo scontro diretto con numeri importanti, sapendo che dovevamo batterli per andare al Mondiale o passare per gli spareggi. Abbiamo perso perché la Spagna era più forte di noi, anche se abbiamo provato a vincerla. C’era tanto entusiasmo attorno a noi prima di quella partita, ma un minuto dopo il fischio finale tutti hanno chiesto le mie dimissioni. C’è stata nei miei confronti una devastante delegittimazione esterna che ha influito su quello che è successo”.
Dimissioni non accettate
“Ho sbagliato a non dimettermi dopo la partita con Israele: dopo 10’ lo stadio fischiava e se i tifosi fischiano in una partita di qualificazione al Mondiale è evidente che qualcosa non va. Mi sono dimesso la partita dopo, contro la Macedonia. Ho detto ai dirigenti che non era possibile continuare, che era più giusto prendere qualcuno che portasse serenità ad una squadra con tanti giovani appena arrivati in Nazionale. Ma le dimissioni non sono state accettate. Avevo già detto al mio staff che dopo la Svezia, anche in caso di qualificazione, non sarei mai andato al Mondiale per il bene della Nazionale. Avevo anche già organizzato la conferenza stampa…”.
Il disastro
Nel corso dell’intervista si arriva poi allo snodo drammatico, quello datato per Ventura, gli azzurri e i tifosi italiani 13 novembre 2017, dove a San Siro (0-0 il finale contro la Svezia) l’Italia perde ufficialmente il pass d’accesso a Russia 2018, conquistato dagli svedesi in virtù della vittoria per 1-0 nel match d’andata.
Così Ventura fa un salto nel passato, rivivendo i momenti dell’eliminazione: “È una sconfitta che secondo me ha tanti colpevoli, non uno solo. Invece ci ho messo la faccia solo io in sala stampa e sono diventato il capro espiatorio di un sistema che non funzionava. Fino alla Spagna attorno a noi c’era un entusiasmo incredibile: è bastato perdere una partita ed è cambiato tutto“.