A tenere banco, in tema di diritti tv, è sempre il destino di Mediapro, che vivrà oggi il suo snodo cruciale nella vicenda della vendita dei diritti tv riguardanti la Serie A 2018-21. Questi sono stati ceduti per 1.050 milioni all’ intermediario spagnolo che, però, si è visto bocciare il bando di rivendita dal Tribunale di Milano (il 7 giugno l’udienza per il reclamo) e non ha ancora garantito ai club di Serie A la totale copertura finanziaria per la prima stagione.
Atalanta, Bologna, Fiorentina, Inter, Juve, Napoli, Roma, Samp, Sassuolo e Spal sono i club di Serie A che, nell’ultima assemblea erano intenzionati a chiudere le porte a Mediapro e riaprire un dialogo con Sky; astenuti, invece, Cagliari, Genoa, Milan, Torino e Udinese (Lazio e Chievo assenti) che avevano chiesto del tempo per valutare le garanzie avanzate da Mediapro, in particolare quella relativa al versamento di 186 milioni ‘a garanzia’, oltre alla prima rata di luglio di 203 milioni.
Mediapro chiederà oggi alla Lega di poter vendere i diritti secondo le formule previste, compreso il proprio canale, anche se quest’ultimo aspetto fa storcere un po’ il naso agli addetti ai lavori della Serie A.
Inoltre Mediapro fornirà altre certezze, che potrebbero però non bastare ai club di Serie A, pretenziosi di garanzie sicure e complete; queste certezze avanzate dagli spagnoli riguardano, essenzialmente, la situazione del fondo cinese Orient Hontai (dalla quale arrivano i capitali di investimento) che ben presto potrebbe diventare socio di maggioranza e far salire il patrimonio netto a 1.031 milioni.
Se si dovesse optare per la risoluzione, Mediapro aprirà certamente un contenzioso giudiziario. Innanzitutto sarà necessaria (per orientarsi verso la risoluzione) la rescissione contrattuale e, perciò, occorrerà che la parte a favore della risoluzione riprenda la piena titolarità dei diritti, così da assumere una posizione di privilegio. Un’altra linea sarebbe la separazione consensuale, con un successivo accordo che leghi Mediapro e Sky.