Gara-7 ad Est e, adesso, anche gara-7 ad Ovest. Agli Houston Rockets, privi di Chris Paul, manca il colpo del k.o. sul parquet dei Golden State Warriors, che dopo la grande paura dei primi due quarti giocano un secondo tempo di altissimo livello, sulle ali di uno Steph Curry on fire, per riportare il conto della serie in parità, prima dell’ultimo, decisivo episodio, che nella notte tra lunedì e martedì assegnerà un posto alle Finals NBA.
Golden State Warriors-Houston Rockets 115-86
Una grande partenza, quella dei Rockets, trascinati nei primissimi minuti di gara dai loro veterani PJ Tucker e Trevor Ariza, le ancore difensive del sistema disegnato da Mike D’Antoni. Col passare dei minuti, poi, sale in cattedra James Harden, che si carica sulle spalle anche le responsabilità di solito attribuite a Chris Paul, giocando a un ritmo che, però, si rivelerà insostenibile per il Barba. In chiusura di secondo quarto si inizia a cogliere l’antipasto di quanto accadrà dopo l’intervallo lungo, con i primi scricchiolii di Houston e una Golden State più in partita.
Poi, inevitabile, arriva l’uragano Warriors, con il classico terzo quarto devastante di Steph Curry che, da qualsiasi posizione sul parquet della Oracle Arena, manda a bersaglio le sue triple, mentre un Harden visibilmente provato sul piano fisico deraglia totalmente, incappando in un errore dopo l’altro. Così, Golden State nel giro di pochi possessi vola fin sul +15 e da lì dilaga ulteriormente, con D’Antoni che riconosce la sconfitta e concede qualche minuto di recupero in più ai suoi uomini chiave, che chiudono il secondo tempo con appena 25 punti segnati.