Giuseppe Conte rinuncia all’incarico di premier e la legislatura non inizia. A due mesi e 23 giorni dalle elezioni l’Italia non ha un governo. Mattarella, davanti all’intera Italia, usa parole ambigue, difendendosi a spada tratta, discolpandosi di tutto e addirittura tacciando chi possa far ricadere sullo stesso il dramma politico. “Nessuno mi accusi” ha detto, aggiungendo “Non ho ostacolato la formazione del governo. Al contrario, ho sostenuto il tentativo in base alle regole della Carta. Ho accettato tutti i ministri tranne quello dell’Economia. Dai partiti c’è stata un’indisponibilità a ogni soluzione”. Ma Mattarella continua e forse le parole successive sono ancora più pesanti, un terrorismo psicologico verso gli italiani: “L’incertezza della nostra posizione nell’euro ha posto in allarme investitori italiani e stranieri che hanno investito in titoli e aziende. L’aumento dello spread aumenta debito e riduce la possibilità di spese in campo sociale. Questo brucia risorse e risparmi delle aziende e prefigura rischi per le famiglie e cittadini italiani, con un rischio anche per i mutui”.
C’è da chiedersi se conti di più il voto degli italiani (aldilà di quale schieramento ha vinto in questa tornata elettorale), oppure se l’Europa ed in maniera particolare la Germania della Cancelliera Merkel. Il popolo italiano se lo chiede e se lo chiederà sempre perchè far parte dell’Europa è giusto ma essere sottomessi no.
“Nelle prossime ore assumerò l’iniziativa”, ha concluso il suo discorso, facendo presente che occorrerà scegliere quando andare a votare. Elezioni subito o no? Si spera che anche sulla tempistica, a decidere, non sia qualche illustre esponente europeo.
I vertici del M5s, a quanto apprende l’ANSA, intanto, stanno ragionando sull’impeachment nei confronti del Capo dello Stato. Nel Movimento si fa riferimento all’art. 90 della Costituzione secondo il quale “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri”.
Dopo un’ora la notizia che non ti aspetti. È convocato per domani al Quirinale Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review del governo Renzi. Mattarella dovrebbe affidargli l’incarico.
Subito il tweet di Matteo Salvini: “Prima gli italiani, il loro diritto al lavoro, alla sicurezza e alla felicità. Abbiamo lavorato per settimane, giorno e notte, per far nascere un governo che difendesse gli interessi dei cittadini italiani. Ma qualcuno (su pressione di chi?) ci ha detto No. Mai più servi di nessuno, l’Italia non è una colonia. A questo punto, con l’onestà, la coerenza e il coraggio di sempre, la parola deve tornare a voi!”.
Se il professor Paolo Savona non va bene per le sue posizioni sull’Ue “abbiamo un grande problema di democrazia, la nostra non è una democrazia libera se siamo in queste condizioni. Io sono stato un grande estimatore di Mattarella ma questa scelta incomprensibile”. Lo ha detto Luigi Di Maio, in una diretta Facebook.
La lunga giornata
Giornata di tensione per la formazione del governo. Di prima mattina, il capo politico del M5s, Luigi Di Maio, era stato deciso: “Questa partita del governo o si chiude entro le prossime 24 ore o non si chiude più, abbiamo già aspettato abbastanza”. Sulla stessa linea il leader della Lega, Matteo Salvini: “O si parte o per noi basta, mi rifiuto di trattare ancora per settimane“. Sembrava tutto andare verso la fumata binaca con la convocazione di Giuseppe Conte per le 19 di oggi da parte di Mattarella. Ed invece con l’andare del tempo la situazione è stata meno rosea.
Mattarella pone il veto su Savona
Prima di Conte, il capo politico del M5S è stato a colloquio nel pomeriggio con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e precedentemente anche Matteo Salvini aveva incontrato il Capo dello Stato. Alle 19,15 una nota dell’Ansa riporta che Mattarella, secondo il M5S, ha posto il veto su Savona. Dopo mezz’ora, Matteo Salvini è intervenuto in un comizio a Terni, in vista delle prossime comunali, e ha annunciato che Conte sta consegnando la lista dei ministri ma fa capire che potrebbe essere posto qualche veto. Salvini ha anche svelato che lui stesso avrebbe opzionato il ministero dell’Interno.”Stiamo consegnando una lista di nomi e cognomi, di gente che avrebbe voluto trasformare in realtà la speranza di molti italiani. Ma abbiamo un principio: per l’Italia decidono solo gli italiani”, ha detto. “Se il governo deve partire condizionato dalle minacce il governo non parte, perché noi abbiamo una sola parola”, ha poi ammesso.
Ma secondo fonti del Quirinale, non esiste alcun veto su Paolo Savona, semmai un “irrigidimento” delle forze politiche sulla squadra di governo. Subito dopo la notizia resa dal segretario generale del Quirinale Ugo Zampetti, quella più importante: Giuseppe Conte rinuncia all’incarico di premier. “Il presidente della Repubblica ha ricevuto oggi pomeriggio il professor Giuseppe Conte, il quale sciogliendo la riserva formulata ha rimesso l’incarico di formare il governo, conferitogli il 23 maggio scorso. Il presidente della Repubblica lo ha ringraziato per l’impegno posto per l’adempimento del suo mandato”.
Salvini: “Io non mi arrendo”
“Buona domenica Amici. Chi si ferma è perduto, io fino all’ultimo non mi arrendo!”, aveva scritto il segretario della Lega, Matteo Salvini su Twitter dove pubblica una sua foto davanti la carlinga di un aereo Alitalia.
Savona: “Voglio Europa più forte ed equa”
E nella tarda mattinata ecco arrivare le prime parole del professor Paolo Savona. Per “chiarire quali sono le mie posizioni sul tema dibattuto e quelle del governo che si va costituendo interpretando correttamente la volontà del Paese”, “sintetizzo dicendo: voglio una Europa diversa, più forte, ma più equa”, scrive in un comunicato diffuso tramite il sito ‘scenaripolitici.it’.
“Creare una scuola europea di ogni ordine e grado per pervenire a una cultura comune che consenta l’affermarsi di consenso alla nascita di un’unione politica”, continua poi l’economista. Sulle “preoccupazioni espresse nel dibattito sul debito pubblico e il deficit”, “l’azione del governo sarà mirata a un programma di riduzione non già per mezzo di interventi basati su tasse e austerità – politiche che si sono rivelate errate ad ottenere tale obiettivo – bensì per il tramite della crescita del Pil, da ottenersi con un rilancio della domanda interna sia della domanda estera, creando condizioni favorevoli alle esportazioni”, precisa, infine, Paolo Savona.