Il premier incaricato, Giuseppe Conte, venerdì pomeriggio, è salito al Colle per un colloquio informale, che è durato circa un’ora, con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In precedenza aveva incontrato i leader di Lega e M5s, Salvini e Di Maio. “Discutiamo dell’assetto di governo, non di nomi”, aveva chiarito il leader pentastellato. Il lavoro va avanti ma i nodi da sciogliere restano. Al centro della contesa, tra Di Maio e Salvini da un lato e il Quirinale dall’altro, c’è la scelta del nuovo ministro dell’Economia. E a fine giornata su Facebook Matteo Salvini dice di essere “davvero arrabbiato”.
Sebbene alcune fonti del M5S assicurano una certa sintonia tra Di Maio, Salvini e Conte, è molto probabile che il premier incaricato non abbia abbozzato delle soluzioni alternative a quella di Savona al Mef. Di Maio, a questo punto, prova a proporre un leader del Carroccio, Giancarlo Giorgetti, come alternativa a Savona, uomo inviso al Quirinale.
Ma i dubbi del Quirinale riguardano anche Esteri, Giustizia e Difesa: tutti e tre i dicasteri sono infatti in quota M5S. Alla Farnesina il nome più gettonato è quello di Luca Giansanti con Pasquale Salzano outsider e in coda Enzo Moavero Milanesi. Alla Difesa in pole, al momento, resta Emanuela Trenta mentre alla Giustizia il nome di Alfonso Bonafede non sembra molto apprezzato.
Insomma, è il solito gioco dei veti incrociati che adesso rischia seriamente di far saltare definitivamente il tavolo delle trattative. Salvini, su Savona, non sembra disposto a cedere e lo spettro delle elezioni sembra a questo punto ri-materializzarsi.
Il premier incaricato Giuseppe Conte sta lasciando il Quirinale al termine del colloquio informale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il premier in pectore Giuseppe Conte è salito al Quirinale per conferire con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Si tratterebbe di un colloquio informale.
La partita non è ancora chiusa. E se qualcuno non se fosse accorto, ci pensa il M5S a ricordarcelo. Fonti grilline, infatti, danno per ‘poco probabile‘ che il premier in pectore Conte si presenti al cospetto di Mattarella per presentare la squadra di governo al completo. Nulla, dunque, è ancora definito per quanto riguarda i tempi.
Ha imparato da Trump, il nostro Conte, o forse da Emmanuel Macron. Comunque sia, affida a Twitter uno dei primi moniti da primo ministro. Secondo il suo ultimo tweet, la mattinata di lavoro è stata ‘molto proficua’. E, per questo, il premier in pectore pubblica uno scatto istituzionalissimo che lo vede sorridente di fronte a Di Maio e Salvini sul tavolo della trattativa.
“Sì che lo penso”. È così che Paolo Savona risponde, incalzato da un giornalista della trasmissione Agorà. La domanda, del resto, è inflazionatissima: “Lei pensa che ci siano veti sul suo nome come ministro dell’Economia?”. Certezza, dunque, da parte di Paolo Savona, all’indomani del duro scontro tra Salvini e il Quirinale, in cui Mattarella ha espresso grande contrarietà a qualunque diktat. Il giornalista, poi, prosegue, domandando al presunto ministro delle finanze perché l’Europa possa avere riserve sul suo nome. “Non lo so”, risponde Savona.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, dato come probabile ministro dell’Interno, ha incontrato al Viminale il capo della Polizia, Franco Gabrielli, nel tardo pomeriggio di ieri. Secondo quanto si apprende, l’incontro è durato meno di un’ora.
“Stiamo lavorando, tutto procede – ha detto Luigi Di Maio al termine dell’incontro con l’incaricato premier Giuseppe Conte e Matteo Salvini alla Camera -. È una fase molto importante procede tutto per il meglio“. E ha aggiunto: “Ci dobbiamo aggiornare. Quando? Dipende dal presidente Conte”.
Non sono ancora prevedibili i dati un eventuale giuramento dal momento che al Quirinale non è ancora giunta alcuna comunicazione sul ritorno di Giuseppe Conte al Colle, per presentare la lista dei ministri del Governo.
“Il Jobs act e l’Industria 4.0 stanno mostrando degli effetti nell’economia reale e perciò è importante che questi provvedimenti non vengano distrutti, ma che si prosegua su questa strada”.Ha detto Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, e ha aggiunto: “Non valutiamo i governi, ma i loro provvedimenti. Altri Paesi come la Francia stanno andando avanti e dunque neanche noi ci possiamo fermare”.
“Oggi al Colle? Vedremo, vedremo…”. Ha risposto così ai cronisti che lo attendevano a Montecitorio, il premier incaricato Giuseppe Conte.
Il premier incaricato, Giuseppe Conte, è a Palazzo Chigi per un vertice con il leader del M5S, Luigi Di Maio, e il segretario della Lega, Matteo Salvini. “Parleremo di tutto quello che bisogna fare in vista della formazione della squadra di governo – ha assicurato Luigi Di Maio – e ci sarà un confronto tra le forze politiche che sostengono il governo Conte”. A chi gli ha chiesto se è disposto a rinunciare al ministero del Lavoro, Di Maio ha detto: “Non mi pare si stia discutendo di nomi, si sta discutendo dell’assetto di governo per realizzare il programma elettorale. Quando giurerà la squadra? Questo dovete chiederlo al presidente”.
“Abbiamo doverosamente parlato dello stato dell’economia italiana, c’è stato un aggiornamento”. Lo ha affermato il premier incaricato, Giuseppe Conte, ai cronisti che gli hanno chiesto i temi dell’incontro con il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Poi Conte ha ricordato che la prossima settimana ci sarà la relazione finale di Banca d’Italia.
Paolo Gentiloni, premier uscente, ha salutato i dipendenti di Palazzo Chigi con queste parole. “Risalire una china per cinque lunghi anni come l’Italia ha fatto non è semplice: purtroppo ad andare fuori strada non servono cinque anni ma pochi mesi, a volte poche settimane”. E ha aggiunto: “Bisogna curare le ferite ancora aperte ma farlo cercando di andare avanti, mantenere qualità, responsabilità e impegni nell’azione di governo. Credo sia molto importante e sia l’unico messaggio che è giusto mandare al governo che nei prossimi giorni sostituirà quello che io ho presieduto”.
Il premier incaricato, Giuseppe Conte, ha raggiunto in taxi e seguito da un’auto di scorta, la sede di Banca Italia, per incontrare il governatore Ignazio Visco. “La tutela dei risparmi sarà uno degli impegni principali del governo del cambiamento“, ha scritto Conte sulla sua pagina Facebook. Intanto lo spread fra Btp e Bund ha sfondato quota 200 punti base, ai massimi da giugno 2017. È durato circa un’ora e mezza l’incontro tra Giuseppe Conte e Ignazio Visco a Palazzo Koch, sede di Banca Italia. Il presidente del Consiglio incaricato ha già lasciato il palazzo. Intanto è atteso anche un vertice tra Conte, Salvini e Di Maio, prima di presentare la squadra di governo a Sergio Mattarella.
Il caso Savona ha interessato l’intera giornata di ieri. A parere del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Paolo Savona come ministro dell’Economia non garantirebbe un solido ancoraggio all’Unione Europea. Per Salvini e Di Maio, invece, è l’uomo più adatto a ricoprire quel ruolo, una figura di “assoluto rilievo”, ma il Colle ha ritenuto inammissibili i diktat dei due leader sul tema.
“Noi proponiamo, non imponiamo – ha detto Matteo Salvini -. Noi consigliamo, suggeriamo. Quando c’è il meglio a disposizione tu parti dal meglio e dal mio punto di vista e di tanti altri Savona è il meglio, è la garanzia che l’Italia possa tornare a sedersi ai tavoli europei da protagonista”. E mentre il nome di Savona vacilla, sembra riemergere quello di Giancarlo Giorgetti, il braccio destro del leader del Carroccio e capogruppo della Lega alla Camera.
Oggi Giuseppe Conte è di nuovo al lavoro per compilare l’intera rosa del suo Consiglio dei ministri. Tra i nodi da sciogliere, c’è quello sugli Esteri: il nome di Giampiero Massolo sembra in bilico. Diplomatico di lungo corso, presidente di Fincantieri e direttore generale dei Servizi Segreti, fino a ieri Massolo sembrava la persona scelta da Conte ma qualche incertezza comincia ad emergere. In lizza anche Moavero Milanesi, che fu ministro con Letta e Monti, ai rapporti con la Ue. Entrambi, però, potrebbero essere ostacolati dal fronte ortodosso dei Cinquestelle.
Si cerca di far presto – d’altra parte di tempo ne è già stato speso tanto. L’obiettivo è quello di rimanere nel limite dei 12 ministeri con portafoglio e chiudere il passaggio parlamentare, con i due voti di fiducia entro mercoledì.
I due leader di Lega e M5S avrebbero la loro fetta di torta. Salvini, infatti, non ha mai negato di puntare al Viminale per avere mani libere su sicurezza e migranti. Di Maio, dal canto suo, guarda al ministero dello Sviluppo economico e del Lavoro, che si occuperà del dossier Ilva e della riforma della legge Fornero. “Credo che questo ministero debba andare al M5s”, ha detto lo stesso Di Maio in un videomessaggio postato sulla sua pagina Facebook.
Per le Infrastrutture sembra perdere consensi il nome di Laura Castelli, parlamentare piemontese del M5S, troppo sbilanciata col movimento no-Tav. In bilico anche quello di Mauro Colcorti. In base al patto iniziale, però, questo ministero toccava alla Lega. In corsa ci sono anche Roberto Calderoli, Armando Siri e Marco Corsini, commissario alla Pedemontana e vice avvocato generale dello Stato.
Alla Giustizia, il “risolutore dei problemi” dei 5 Stelle, Alfonso Bonafede, avrebbe superato la concorrenza della leghista Giulia Bongiorno. Per la Difesa, Di Maio punta su Riccardo Fraccaro, che però è in corsa anche per il ministero della Semplificazione. La Lega la spunta con le Politiche agricole dove Nicola Molteni potrebbe scalzare Luca Zaia.
Aleggia in nome di Vincenzo Spadafora per la Cultura. Spadafora fu Garante dell’infanzia e adolescenza quando Rutelli era ministro della Cultura e dal 2016 è molto vicino a Di Maio. Il suo nome, però, potrebbe finire anche sul ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Tanti i ministeri che potrebbero andare alla Lega. Il Turismo e gli Affari regionali vede Gianmarco Centinaio in pole position. La vicepresidenza della Camera potrebbe andare al vicesegretario del Carroccio, Lorenzo Fontana. Simona Bordonali potrebbe sedere sulla poltrona del ministero della Famiglia e disabilità. Se Spadafora venisse spostato ad un altro dicastero, Salvini proporrebbe Emilio Carelli alla Cultura. Tra i pentastellati ci sarebbero Danilo Toninelli alla Funzione pubblica e Sergio Costa, generale di Brigata dell’arma dei carabinieri, per l’Ambiente.
L’Istruzione vede sempre più stabile il nome di Salvatore Giuliano. Per la Salute c’è il nome di Armando Bartolazzi, anatomopatologo del S. Andrea di Roma, ma anche Giulia Grillo, attuale capogruppo del M5S alla Camera, aspira a quella nomina.