Di certo, questa serie non verrà ricordata come tra le più belle della storia dei playoff NBA, per il livello tecnico obiettivamente basso per essere una finale di Conference, ma c’è sempre la sensazione che possa accadere qualcosa di davvero memorabile. Non è stato così, tuttavia, in gara-5, vinta da dei Boston Celtics in totale controllo – nonostante non abbiano avuto neanche il 40% dal campo – contro dei Cavs che, lontano da casa, faticano ancor più del solito a trovare la via del canestro con chiunque non si chiami Love o LeBron.
Boston Celtics-Cleveland Cavaliers 96-83
Boston è ormai consapevole dei limiti degli avversari, e parte forte, conscia di poter dare un colpo ben assestato al morale dei Cavaliers. Così è: i Celtics mandano a bersaglio 6 triple nel solo primo quarto, scavando un gap che Cleveland non riuscirà più a colmare, grazie ai tiri dall’arco di Marcus Smart e Marcus Morris all’interno di un parziale da 8-0.
Lo spettacolo latita, e il momento più emozionante della partita è forse la grande rissa generatasi quando, dopo una stoppata subita da Morris, Larry Nance jr si fa giustizia attaccando alle spalle il numero 13 dei Celtics. Di solito, questo genere di situazioni è in grado di far scattare la scintilla, ma non è stato così per dei Cavs ormai appiattiti nella loro mediocrità, in attesa di qualcosa di straordinario da parte di LeBron, che però, almeno fino a questo momento, non è riuscito a trascinare oltre l’ostacolo tutte le difficoltà e le incertezze dei suoi compagni, basti pensare a tutti gli errori al tiro di JR Smith o Jordan Clarkson, su conclusioni sostanzialmente aperte.
Adesso, Cleveland si ritrova con le spalle al muro. Gara-6 è la classica partita da win or go home per la franchigia dell’Ohio, e rischia seriamente, in caso di sconfitta, di essere l’ultima di LeBron in questa sua seconda esperienza ai Cavaliers, vista l’incombente free agency in cui ci si aspetta uno spostamento del Re verso la Western Conference.