Maria Salomè e Maria Jacobè hanno assistito, sconvolte, alla crocifissione di Cristo. Della sorte del loro maestro, non sanno più nulla. Qualcuno, infatti, le ha abbandonate su una barca al largo del Mediterraneo, dalle coste della Palestina. Senza vele e senza remi. Sembrano destinate a morte certa. Poi, sulle rive d’Egitto, una giovane serva egiziana le avvista. Si chiama Sarah, ha la pella scura e qualche abilità magica. Infatti, getta in acqua un mantello che si trasforma in barca e salva le naufraghe. Le due Marie navigano fino alla foce del Rodano, in Francia. Su quel luogo, un giorno, sarebbe nata Saintes-Maries-de-la-Mer.
Venti secoli dopo, l’approdo delle due discepole di Gesù richiama ancora milioni di pellegrini. E, oggi, 24 maggio, è la festa di Santa Sarah. Alle foci del Rodano ci sono migliaia di zingari, forse milioni. Sì, perché Sarah-la-Kali (che in lingua romanì significa ‘nera’) è la patrona dei gitani di tutto il mondo. I nomadi romanès venerano quella viandante egiziana come una di loro. La venerano da millenni. E, nonostante i divieti che l’amministrazione della città ha nei secoli opposto alle visite degli zingari, il culto di Sarah si è diffuso in modo esponenziale.
Dal 1935, la Chiesa permette ai gitani di portare in processione la statua di Sarah ogni 24 maggio. In questi giorni, Saintes-Maries-de-la-Mer diventa ‘la capitale des gitans‘. Caravan e camper riempiono il lungomare. Sulle spiagge si affollano chitarre e tamburi. I falò bruciano per giorni per celebrare Sarah e l’intero popolo romanès. È la festa mondiale dei gitani.
La festa di Sara-la-nera che chiama a raccolta l’intero popolo gitano
Ce ne sono decine di etnie, tra i cosiddetti zingari. Ci sono i rom, presenti soprattutto in Europa orientale. Ci sono i sinti che, in Francia, chiamano Manouches. Ci sono gli spagnoli, i Kalè, e ci sono gli inglesi, i Romanichals. Sono diversi e lo sanno. Ma Sara-la-nera li unisce tutti. Li chiama tutti, a raccolta, nella festa più colorata della storia.
La processione della Santa è spettacolare. Si consuma, in un tripudio di colori, di danze, di canti, di inni, per le vie di Saintes-Maries-de-la-Mer. Sara-la-nera sfila su un carro trainato da 15 cavalli bianchi, coperta di drappi e mantelli coloratissimi donati dai fedeli. E loro, i gitani, i fedeli di Sara cantano, urlano di giubilo, inseguono la Santa, cercando di baciarla e di toccarla. Poi, i cavalli arrivano in spiaggia e si immergono in mare, seguiti dall’intero popolo in cammino. Ѐ un atto di purificazione a cui Sara chiama i suoi fedeli. Un atto di rinnovamento, nelle acque del Mediterraneo da cui ha salvato le discepole di Gesù.
Per tre giorni, Saintes-Maries-de-la-Mer è il centro del mondo. Del mondo gitano e del mondo della festa, dell’accoglienza, della tolleranza. Perché, al raduno dei gitani, ci sono migliaia di non gitani. Nei vicoli, si respira il flamenco, non si suona. Il ritmo balcanico si combina a quello francese, a quello spagnolo, a quello britannico. Le chitarre e i violini celebrano per giorni la viandante egiziana che è diventata simbolo della cultura gitana.
Il trionfo delle destre xenofobe: la risposta di tutti i gitani d’Europa
Sì, Santa Sara è una festa. Ma non c’è occasione migliore per intervenire (con una nota decisamente positiva) su un dibattito che, da anni, infiamma la politica europea. A Saintes-Maries-de-la-Mer, infatti, si riuniscono tutti i leader delle comunità romanès che, da sempre, lottano per l’integrazione del popolo gitano.
Oggi, le destre xenofobe – in Europa – sono al trionfo. In Italia, dove ogni considerazione sul tema è quasi superflua. Ma anche nella macroniana Francia, terra dell’accoglienza, dove Marine Le Pen è al 25% ed è stata l’unico irriducibile avversario del partito di Macron. All’ombra della Tour Eiffel, nel 2018, molti zingari sono costretti a nascondere la loro identità. Chissà perché. Forse perché li additano come delinquenti, forse perché molti francesi ci credono. Così, nella stessa Parigi dove la bella Esmeralda danzava, libera e felice, ora la vogliono in manette, prigioniera e disperata.
Ma i gitani non hanno paura. Per questo, la Camargue di Saintes-Maries-de-la-Mer diventa per tre giorni la Corte dei Miracoli. A quanti li accusano di tramare nel buio, gli zingari rispondono con un loop caleidoscopico di colori folgoranti.