L’obesità rischia di diventare un problema molto serio. Nel 2045 circa il 22% della popolazione rischia infatti di essere obesa: questo è il monito lanciato dai ricercatori nel corso del Congresso europeo sull’obesità a Vienna, che si tiene dal 23 al 26 maggio. Ma già nel 2016, secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), circa il 13% degli adulti (11% degli uomini e il 15% delle donne) risultava obeso.
La questione obesità potrebbe essere risolta solamente attraverso l’adozione di “politiche deliberate e coordinate“: lo ha affermato il dottor Alan Moses, che lavora per la multinazionale numero uno al mondo dell’insulina, la danese Novo Nordisk.
Dalla rassegna degli studi presentati dai ricercatori al Congresso emerge tuttavia una disparità tra i paesi. Basti pensare che, se la tendenza attuale dovesse essere confermata, più della metà (55%) della popolazione statunitense sarà obesa nel 2045, rispetto al 39% del 2017.
Ad un aumento dell’obesità corrisponderà inevitabilmente l’incremento dei casi di diabete di tipo 2, che passeranno dal 9% della popolazione mondiale nel 2017 al 12% nel 2045. Correlazione, quest’ultima, che potrebbe incidere sui costi della sanità.
Secondo i ricercatori, per stabilizzare i casi di diabete di tipo 2 in tutto il mondo attorno al 10% nel 2045, il tasso di obesità dovrebbe essere ridotto al 10% della popolazione mondiale.