IL Venezuela è un Paese alla deriva, con una crisi economica e sociale spaventosa eppure il presidente venezuelano Nicolas Maduro è stato rieletto con oltre 5 milioni di voti, su poco più di 8 milioni di voti (pari al 46% degli iscritti) espressi durante le elezioni di ieri. Il candidato alternativo Henri Falcon contesta la legittimità del voto ma la Russia conferma che è tutto regolare.
Lo ha annunciato la presidente del Consiglio nazionale elettorale (Cne), Tibisay Lucena, in un breve messaggio radiotelevisivo dopo lo spoglio di oltre il 96% delle schede. Il tasso di affluenza ufficiale annunciato dal Cne rappresenta un crollo considerabile rispetto alle ultime presidenziali del 2013, quando stato del 79,69%, e alle ultime politiche di dicembre del 2015 (74,17%).
“Stiamo ottenendo il 68% dei voti, con 47 punti di distanza dal candidato che mente”, ha esultato oggi Nicolas Maduro, nel suo primo discorso dopo l’annuncio della sua rielezione a presidente del Venezuela. Riferendosi all’oppositore Henri Falcon, arrivato secondo e che ha dichiarato di non riconoscere la legittimità del voto, Maduro ha detto che “il bugiardo respinge i risultati prima che siano stati dati: la prima volta nella storia”, sottolineando che “non c’è più onore; non c’è molto che ci si possa aspettare da questa opposizione”.
Le contestazioni del candidato alternativo Henri Falcon sono messe a tacere dal ministero degli Esteri russo. Le elezioni presidenziali venezuelane “sono valide”, anche se “altri paesi, inclusi gli Stati Uniti, hanno interferito nel processo elettorale” comunica l’agenzia di stampa russa Tass. Il voto a Maduro, quindi, è “irreversibile”.