I Cavs, in gara-3 delle finali della Eastern Conference, erano nella classica situazione di win or go home, visto che perdendo la terza partita contro i Celtics avrebbero di fatto compromesso ogni possibilità di tornare alle Finals per il quarto anno di fila. Così, LeBron, che queste gare è abituato a giocarle da ormai oltre un decennio, ha fatto capire sin dai primissimi minuti di gara le proprie intenzioni, con un primo quarto di livello stellare che ha visto i Cavaliers scappare immediatamente nel punteggio, in una notte particolarmente ispirata al tiro, mentre, come spesso è capitato in questi playoff, gli specialisti di Boston hanno fatto molta fatica, lontano dalle mura amiche del TD Garden.
Cleveland Cavaliers-Boston Celtics 116 – 86 (1 – 2)
Una partita senza storia, il terzo episodio di questa serie che, improvvisamente, torna ad avere molto da dire. Il dominio mostrato dai Celtics in casa non è stato replicato alla Quicken Loans Arena, anzi, tutt’altro. La serataccia dei vari Horford, Morris e Brown, con i soli Rozier e Tatum a provare a tenere dritta la barra del timone, testimonia le grandi difficoltà incontrate in trasferta da una formazione giovane come Boston, ancora poco abituata a giocare certe partite.
Dall’altro lato, il cambiamento è stato uguale e contrario: tutto il supporting cast di LeBron James, che nelle prime due gare giocate al Garden era rimasto sostanzialmente silente, ha contribuito in maniera effettiva al successo del King, che si è potuto limitare – si fa per dire – a una prestazione da 27 punti e 12 assist, nella nettissima vittoria dei suoi. Dopo questa reazione d’orgoglio, l’attenzione è tutta per gara-4, dove i Celtics, nella notte tra lunedì e martedì, cercheranno di piazzare il colpo esterno che varrebbe una grande fetta di qualificazione alle Finals.