Docu-film dai risvolti scottanti su Whitney Houston, morta annegata in una vasca da bagno nel 2012. La cantante avrebbe subito violenze da parte della cugina Dee-Dee Warwick, sorella di Dionne, quando era solamente una bambina.
La rivelazione choc trapela dal documentario diretto dal cineasta scozzese Kevin Macdonald, presentato fuori corso al Festival di Cannes.
È stato Gary Garland, fratellastro della Houston ed ex giocatore di basket NBA, a sostenere che sia lui sia Whitney sarebbero stati abusati sessualmente da Dee-Dee quando avevano tra i sette e i nove anni. Una dichiarazione confermata anche dall’assistente della Houston, Mary Jones, che ha raccolto la confidenza di Whitney, nella quale affermava di essere stata “molestata in giovane età” da una donna.
Il film di Macdonald è inoltre il secondo documentario sulla Houston in due anni, dopo il film di Nick Broomfield del 2017 ‘Whitney: Can I Be Me‘. Una differenza separa i due documentari: infatti ‘Whitney’ è stato girato con il benestare della famiglia della cantante.
Macdonald: “C’era qualcosa di molto disturbato in lei”
“C’era qualcosa di molto disturbato in lei, come se non si sentisse mai a proprio agio nei suoi panni. Sembrava asessuata. Era una donna bellissima, ma non era mai particolarmente sexy”, ha dichiarato il regista scozzese a ‘Vanity Fair’. “Ho visto e fatto delle riprese con persone che avevano subito abusi sessuali durante l’infanzia e c’era qualcosa nel suo modo di fare che mi ricordava quel tipo di comportamento – ha continuato -. Poco dopo averlo pensato, qualcuno mi ha detto di essere stato informato che Whitney era stata vittima di abusi e questo credo sia uno dei motivi principali che stanno dietro la sua auto-tortura”.