Le suore di clausura diventano “social”, purché mantengano una certa “sobrietà” e agiscano con “discrezione“. Lo afferma l’Istruzione ‘Cor Orans’ della Congregazione per gli istituti di vita Consacrata, aggiungendo che l’uso dei mezzi di comunicazione debba rispettare valori fondamentali come “informazione, formazione o lavoro, con prudente discernimento, ad utilità comune”.
Posizione condivisa da Papa Francesco. “Usate i social con prudenza”, aveva sottolineato il pontefice nella costituzione apostolica “Vultum Dei quaerere” (“La ricerca del Volto di di Dio”) , cercando di mettere in riga gli ordini femminili sull’uso di internet.
I precedenti sulle ‘suore social’
Aveva fatto riflettere il qui pro quo che aveva visto coinvolte le suore clarisse cappuccine di Napoli che nel 2015 avevano dato risposta alla comica Luciana Littizzetto con un post su Facebook dal loro account ufficiale. La Littizzetto aveva replicato con una battuta un video virale che le vedeva ‘assalire’ Bergoglio durante una sua tappa al duomo.
“Mi ha fatto troppo ridere: non si capiva se queste suore fossero tutte attorno al Papa perché non avevano mai visto un papa o non avevano mai visto un uomo”, aveva commentato ironicamente la Littizzetto. Non si è fatta attendere la replica della madre badessa: “Non sarebbe forse il caso, cara Luciana, di aggiornare il tuo manzoniano immaginario delle monache di vita contemplativa?”.
Una tendenza ‘social’ non confermata tra le suore
“Nel mondo ci sono in questo momento 37.970 suore di clausura – fa sapere monsignor Josè Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica – non poche in questo contesto di crisi vocazionale”.