Qui siamo in Val d’Aosta. Anzi, per certi versi, potremmo dire dans la Vallée. E ad esserne convinti sono soprattutto i grillini, liberi – almeno sul letto della Dora Baltea – dall’onerosa alleanza con il Carroccio padano con cui, intanto, a Roma intavolano l’eterna trattativa sull’esecutivo grilloleghista.
Qui, dunque, siamo in Val d’Aosta. E i valdostani alla loro autonomia ci tengono tanto, quasi troppo. È persino probabile che sia l’unica cosa che gli interessi. Inutile quindi improntare la campagna elettorale su onestà e trasparenza. I valori grillini, all’ombra del Gran Paradiso, avrebbero ben poca presa.
L’audio-choc fatto trapelare dagli attivisti: “Buttate tutto, puntate sull’autonomia”
2 minuti e 45 secondi. È la durata dell’audio-choc che il capolista 5 stelle, Luciano Mossa, invia su WhatsApp ai suoi compagni attivisti. La campagna affissioni è già pronta. C’è tutto: volantini, manifesti, locandine. E tutto, a quanto pare, è da rifare. La linea-onestà in Val d’Aosta non tira. “L’autonomia è l’unica cosa che interessa ai valdostani”, intima nella nota vocale l’attivista grillino. “Dobbiamo buttare tutto”, avverte. Il suo tono è allarmato, ma risoluto. C’è un’unica via da percorrere e l’hanno indicata da Roma. Sì certo, lo stop proviene dalle alte sfere. E Luciano Mossa sa che hanno ragione. “Se non rifacciamo tutto, loro diranno che, in caso di sconfitta, è solo colpa nostra”. E i ‘loro‘ di Mossa sono proprio le alte sfere grilline. Quasi un sorrentinismo rovesciato. Eppure, agli attivisti di basso rango quest’imposizione non è piaciuta. E non soltanto perché non vogliono abbandonare il cavallo di battaglia. Il popolo grillino, infatti, ha voluto sfidare il capolista. E ha lasciato trapelare l’audio che lo inchioda. Intanto, però, il direttorio romano andava a buon fine e i manifesti ‘onesti‘ finivano al macero.
La difesa grillina e l’ammissione di Mossa: “Penso davvero quello che ho detto”
Insomma, questa giravolta ha seminato dissenso e scetticismo tra le fila valdostane del M5S. La campagna per le regionali è sensibilmente rallentata. I malumori crescono di giorno in giorno e les grillins valligiani faticano a trovare una definizione unanime. Mossa, intanto, è costretto a intervenire. Non nega la parternità dell’audio, ma si affretta a definire la questione una “grave violazione della privacy”. È chiamato, inoltre, a difendere le scelte del direttorio di Via Nomentana 257. Perché, del resto, quel ‘cambiate-programma’ non è certo un’imposizione, ma solo un consiglio di marketing. Insomma, un ‘cambiate-programma-solo-se-volete’, certamente condiviso dal Movimento valdostano. Condiviso non da tutti, è ovvio.
Ad ogni modo, non è l’unica accusa che Mossa sente di confessare. E quella linea critica sulle scelte dei valdostani, il capolista grillino ribadisce di sposarla totalmente. “Lo penso davvero che ai valdostani interessi più l’autonomia che l’onestà e il voto degli ultimi vent’anni lo conferma”, dichiara serenamente ai microfoni di Repubblica. Qualcuno potrà ritenere di aver trovato nel caso Val d’Aosta una conferma alle recenti accuse di trasformismo mosse ai 5 stelle. Ma Mossa ha fatto i compiti a casa. Quella grillina, in Vallée, sarà autonomia, ma sarà ‘autonomia onesta‘.