Regeni, la mamma di Giulio: “Digiuno per la liberazione di Amal”

di Redazione

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Regeni, la mamma di Giulio: “Digiuno per la liberazione di Amal”

| lunedì 14 Maggio 2018 - 09:32

Liberate Amal. E fin quando non lo farete, digiunerò per lei”. Sono le parole di Paola Regeni, madre di Giulio, il ricercatore misteriosamente morto in Egitto, dopo l’arresto di Amal Fathy, moglie di Mohamed Lofty, il consulente legale in Egitto della famiglia Regeni. Amal è stata arrestata venerdì con l’accusa di terrorismo.

La mamma di Giulio Regeni: “Digiuno per Amal”

Paola Regeni non è sola in questa battaglia, ad accompagnarla c’è anche il suo avvocato Alessandra Ballerini e insieme chiedono un’adesione corale all’iniziativa. “Da donne – hanno detto – siamo particolarmente turbate ed inquiete per il protrarsi della detenzione di Amal, moglie del nostro consulente legale Mohammed Lofty direttore dell’Ecrf. Da lunedì inizieremo un digiuno a staffetta chiedendo la sua liberazione immediata. Nessuno deve più pagare per la nostra legittima richiesta di verità sulla scomparsa, le torture e l’uccisione di Giulio. Vi chiediamo di digiunare con noi, fino a quando Amal non sarà finalmente libera. Noi siamo la loro speranza”.

Amal Fathy è stata arrestata venerdì scorso, alla vigilia dell’ennesimo viaggio delle autorità italiane al Cairo. Previsto per il 15 di maggio l’arrivo in Egitto di Sergio Colaiocco, il sostituto procuratore della procura di Roma, che segue il caso Regeni da 2 anni e mezzo.

Sembra che a fare irruzione nella casa di Lofty sia stata la National Security. Amal è accusata di terrorismo per aver scritto un post su Facebook, indignandosi per le violenze subite dalle donne in Egitto. Non è d’accordo l’avvocato Ballerini:  “Ma in realtà – ha detto – sembra una maniera per colpirci. Se il problema sono i video di quelle telecamere se li tengano. L’importante è che liberino subito Amal”.

Le indagini sul caso Regeni

Piccoli ma significativi passi avanti vengono fatti nelle indagini sulla morte di Giulio Regeni. Il suo cellulare ha segnato l’ultima presenza del giovane nella stazione metropolitana di Dokki ed è da lì che a breve inizieranno le operazioni tecniche per il recupero dei video registrati il 25 gennaio del 2016 dalle telecamere a circuito chiuso. La società russa che eseguirà le operazioni su incarico del regime di Al Sisi, si è impegnata a consegnare una copia delle registrazioni alla magistratura italiana.

Collaborazione anche dalla procura generale del Cairo. Dopo circa 6 mesi, sono state approvate le indagini nove funzionari della National Security. Secondo la procura di Roma, infatti, i nove funzionari hanno avuto un ruolo nel sequestro di Giulio Regeni e nei depistaggi avvenuti dopo il suo assassinio.

 

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