Quando una macchina funziona è perché tutti gli ingranaggi sono al loro posto. Lo sa bene Giuseppe Marotta, l’esperto e navigato ad bianconero, che stagione dopo stagione si riconferma nelle sue doti di gestione dell’ambiente Juve.
Anche nei momenti più complessi, quelli dove la Juventus ha cambiato drasticamente pelle, Marotta ha trovato le soluzioni giuste per continuare il ciclo vincente bianconero: oggi la Juventus potrebbe prepararsi ad una grande diaspora, dove molte figure cardine in orbita bianconera potrebbero lasciare Vinovo. Allegri in primis, ma anche gli addii di numeri uno (nel vero senso della parola) come Gigi Buffon sono tra i punti all’ordine del giorno dell’agenda di Marotta, per pianificare quella che sarà la nuova Juve del futuro. Nuova sì, ma con un vizio vecchio: quello di continuare ad essere vincente.
Così Marotta, in un’intervista a Radio Anch’Io Sport su RadioUno, ha affrontato alcune delicate tematiche circa il futuro prossimo del suo club, neo campione d’Italia per la 34esima volta.
“Per Gigi parlano sia il suo presente che la sua storia. Lascia qualcosa di memorabile e di grande valore non solo dal punto di vista calcistico ma umano. È un leader, ha grande senso di appartenenza e sa trasmettere grande motivazione. Nei prossimi giorni si incontrerà con il presidente Agnelli per valutare il futuro“.
“Perin? Preziosi è un presidente abile, ha creato competitività fra noi, il Napoli e altre squadre. Perin è un ottimo portiere ma non ci siamo addentrati, abbiamo fatto solo delle valutazioni ma siamo lontani da una trattativa vera e propria. La nostra intenzione è avere due grandi portieri, perché con gli impegni che abbiamo non si possono avere due giocatori di differente valore. Donnarumma? Abbiamo fatto la scelta di Szczesny, che sarà il titolare del dopo Buffon. Aldilà del profilo e del talento che ha, non ci interessa“.
“L’assetto offensivo della Juve di quest’anno era di altissimo livello mondiale, che può competere anche con lo stesso Real. Poi dobbiamo immaginare il futuro e questo significa fare investimenti sui giovani. Ma abbiamo Dybala e Bernardeschi che non hanno ancora 26 anni, che rimarranno sicuro. Pjaca tornerà con noi, poi valuteremo il da farsi. Mandzukic è un grande giocatore, siamo contenti ma bisogna capire anche cosa c’è nella loro testa per capire se ci sono stimoli per continuare questa esperienza. Io dico di sì”.