Non si arresta l’ondata di sangue e terrore su Surabaya, la città indonesiana già colpita domenica da diversi attentati suicidi in tre chiese. Questa volta una motocicletta bomba è stata scagliata contro il quartier generale della polizia. Il bilancio è di almeno quattro agenti e sei civili feriti.
Oggi come domenica, a compiere l’attentato è stata di nuovo una famiglia-kamikaze. Come hanno riferito le autorità indonesiane, nell’attacco al compound delle forze dell’ordine sono morti 4 componenti della famiglia: solo una bimba di 8 anni si è salvata ed è stata portata in ospedale.
Negli ultimi due decenni l’estremismo islamico ha rappresentato un pericolo costante nell’arcipelago indonesiano dove, nonostante la maggior parte della popolazione segua un Islam moderato e lo Stato riconosca cinque religioni, la frangia più radicale è in crescita.
Dopo gli attentati di Bali nel 2002, nei quali morirono 202 persone, le autorità hanno lanciato un’imponente operazione anti-terrorismo, che ha progressivamente indebolito le capacità organizzative dei gruppi legati ad Al Qaeda. Negli ultimi anni sono però sorti nuovi gruppi fedeli all’Isis, che prendono di mira in particolare le autorità.