Giornata ad alta tensione a Gerusalemme per l’apertura dell’ambasciata Usa nel 70esimo anniversario della nascita dello Stato di Israele. “Oggi apriamo l’ambasciata statunitense a Gerusalemme”. Con queste parole, l’ambasciatore Usa in Israele, David M. Friedman, ha dichiarato aperta la nuova sede, trasferita da Tel Aviv. In prima fila Ivanka Trump, il marito Jared Kushner e il vice segretario di Stato Usa John Sullivan insieme al segretario al Tesoro David Mnuchin. Presente anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu, accolto dagli applausi dei presenti.
La decisione di Donald Trump è stata duramente contestata dal mondo arabo, dai palestinesi, dall’Onu e da gran parte della comunità internazionale, Ue compresa. La preoccupazione comune, è che questo segni la fine della soluzione a due Stati. Dal canto suo, il premier Benjamin Netanyahu definito “storica e coraggiosa” la mossa di Trump.
E, nel giorno in ui si celebra il 70esimo dalla nascita di Israele, scontri violenti insaguinano la barriera difensiva tra Gaza e lo Stato Ebraico. Gli scontri tra i manifestanti e l’esercito israeliano sarebbero tuttora in corsa. Il bilancio è di almeno 41 morti e 1900, inclusi gli intossicati. A riferire le cifre, è direttamente il Ministero della Sanità palestinese, citato dalla Wafa. Gaza, intanto, lancia appelli per necessarie donazioni di sangue a tutta la popolazione. E, inoltre, le autorità palestinesi chiedono all’Egitto aiuti medici immediati e l’autorizzazione a trasferire negli ospedali egiziani i feriti più gravi.
L’esercito israeliano afferma – inoltre – di aver sventato un attentato presso Rafah, nel sud della Striscia. ”Un commando di tre terroristi armati – ha detto un portavoce – stava cercando di deporre un ordigno. Le nostre forze hanno reagito e i tre sono morti”. Secondo i media, i militari hanno fatto ricorso ad un carro armato. Il portavoce ha aggiunto che velivoli israeliani hanno colpito anche un obiettivo di Hamas a Jabalya, dopo che da esso erano partiti spari.
Secondo quanto riporta l’agenzia Maan, alcuni dimostranti hanno tagliato il filo spinato di fronte alla barriera, tentando così di penetrare nella parte ebraica. I manifestanti sono stati respinti dall’esercito con gas lacrimogeni e munizioni. Dieci palestinesi sono stati uccisi. La prima vittima è Anas Hamdan Qudeih, 21 anni,ucciso a colpi d’arma da fuoco ad est di Khan Yunis, la seconda è Musab Yousef Ibrahim Abu Laila, 29 anni, ucciso a Jabaliya. L’agenzia Wafa ha riferito inizialmente di 22 feriti ma il bilancio sembra salito a circa 500. Massima allerta anche in Cisgiordania, soprattutto a Betlemme e ad Hebron, ma sono segnalati scontri anche in altre località come Kalandia, a nord di Gerusalemme.
Il capo di Al Qaeda, Ayman al Zawahiri, ha invocato la jihad contro Usa e Israele, invitando i musulmani a prendere le armi in un video intitolato “Tel Aviv è anche una terra di musulmani” di cui dà notizia il Site Group, specializzato nel monitorare siti web legati al terrorismo. Spostando l’ambasciata Usa a Gerusalemme, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump “ha svelato il vero volto della moderna crociata – ha affermato Al Zawahiri -. Con lui non funziona la pacificazione ma solo la resistenza tramite la jihad”.
Gli inviti partiti dal ministero degli Esteri sono stati circa 800: 86 erano per i diplomatici e 33 hanno accettato. Non ci saranno, secondo i media, né la Russia né l’Egitto. Numerose le bandiere israeliane e americane e i cartelloni inneggianti a Trump. Ma la nuova sede, in attesa dei lavori di costruzione, è ospitata dall’attuale consolato Usa.
Intanto Hamas, per quella cha ha ribattezzato “La marcia del ritorno“, ha chiamato a raccolta oltre 100mila palestinesi perché si ammassino lungo una dozzina di punti di attrito sul confine, forzino i recinti, e superino di slancio le linee militari di protezione predisposte da Israele.
Venerdì centinaia di palestinesi hanno distrutto parte del valico commerciale di Kerem Shalom. Inutile quindi l’appello dell’Olp agli americani “a revocare la loro disastrosa e irresponsabile decisione di muovere l’ambasciata nella Gerusalemme occupata”.
Hamas spera di ottenere l’estensione delle violenze alla Cisgiordania e a Gerusalemme est, l’apertura di brecce nella barriera e la cattura di militari. Israele teme lo scenario di una folla che corra verso i soldati. Al suo interno potrebbero esserci veicoli, motociclette e uomini armati. Saranno giorni lunghissimi.