La Juventus è campione d’Italia. I bianconeri vincono il loro 34esimo scudetto, inanellando di fatto il settimo titolo consecutivo: una stagione trionfale quella bianconera, che culmina con il pareggio di questa sera all’Olimpico di Roma contro i giallorossi di Di Francesco. Un pari che consente alla vecchia Signora di festeggiare, con una giornata d’anticipo dalla chiusura del campionato, la vittoria dello scudetto: la Juventus continua a ribadire la propria totale supremazia in serie A.
I meriti di Allegri
La Signora, anche questa stagione, è stata magistralmente guidata da un direttore d’orchestra che, ormai da diverso tempo, fa gola a tantissimi club europei blasonati al pari della Juve: Massimiliano Allegri, un tecnico che continua a piazzare record su record.
Questo è il suo quinto scudetto vinto da allenatore, il quarto come tecnico della Juve, tutti uno dietro l’altro. Ma la Juventus ne ha vinti sette di fila: gli ultimi quattro, come detto, sotto la gestione Allegri. I primi tre, invece, grazie alle solide fondamenta gettate da Antonio Conte (i successi nelle stagioni 2011-2012, 2012-2013 e 2013-2014, poi per la Juve proseguite da Allegri fino ad oggi).
La cavalcata
Ma questo settimo titolo consecutivo, sicuramente uno dei più combattuti visto il duello col Napoli, ha dimostrato che la Juventus non perde mai la fame di vittoria e la capacità di risollevarsi nei momenti di crisi.
Ad esempio, un episodio simbolico (forse per molti finito ormai nel cassetto del dimenticatoio) per segnalare questa dote della Juve, è il solo punto conquistato dalla vecchia Signora nelle due consecutive giornate, settima ed ottava di Serie A. Una rarità in senso negativo per i bianconeri: ma ecco che, nel momento di crisi, la squadra d’Allegri reagisce immediatamente vincendo in Champions contro lo Sporting e centrando successi ed obiettivi nelle varie competizioni.
Il campionato
La Juventus ha dominato il campionato, nonostante il lunghissimo ed intenso duello con il Napoli che ha gettato la spugna proprio sul finire della stagione.
Il girone d’andata
Nel girone d’andata la Juve le vince tutte, tranne due sconfitte, una allo Stadium contro la Lazio di Simone Inzaghi (che aveva già battuto i bianconeri ad inizio stagione nella finale di Supercoppa italiana) e una al Ferraris contro la Sampdoria per 3-2; da registrare anche due pareggi che frenano i bianconeri, uno a Bergamo contro l’Atalanta (2 – 2 con gli ostici orobici) e uno casalingo nel derby d’Italia con l’Inter (0 – 0 il finale).
In mezzo, prima del girone di ritorno (quello dove, infondo, si decidono tutti i campionati) la Juventus va avanti nelle altre due competizioni: Coppa Italia e Champions League. Male, ad inizio stagione, solo la sconfitta ai giorni di Champions (dove la Juve si qualifica come seconda) rimediata a Barcellona (3-0 per i blaugrana al Camp Nou).
Il girone di ritorno
Il girone di ritorno di campionato si apre e continua, come un imperterrito filo conduttore, con una Juve che vince.
Forse convince meno, in serie A non è così facile rispetto che altrove, ma la squadra di Allegri vince, e porta a casa sempre i tre punti: o quasi sempre, perché Spal e Crotone si divertono ad emulare la sfida tra Davide e Golia, con le piccole provinciali che strappano entrambe un punto (utilissimo, per loro, ai fini della lotta salvezza) alla Signora che crolla, nel momento decisivo della stagione, allo Stadium contro la diretta concorrente Napoli (nei minuti finali del match) che, con una zuccata di Koulibaly, minaccia seriamente lo scettro bianconero. Il Napoli era solo ad una lunghezza di distanza dai bianconeri.
La Juve reagisce
Ma lo abbiamo ricordato: la Juventus, nei momenti di difficoltà, si ricompatta e si rialza subito, da grande squadra, assestando colpi decisivi e fatali. Così fa con l’Inter a San Siro, dove con Higuain ribalta (in zona Cesarini) una situazione quanto mai complessa, portando a casa i tre punti e ipotecando, grazie ai passi falsi del Napoli contro Fiorentina e Torino, alla 36a giornata (Juventus-Bolgona 3 – 1) il settimo scudetto consecutivo.
La delusione Champions
L’unica grande delusione bianconera, in questo trionfale giro di boa targato 2018, è l’eliminazione in Champions League al Santiago Bernabeu, con Buffon che saluta la massima competizione Europea tra gli applausi del tempio madrileno.
Tutti, addetti ai lavori e non, hanno ancora davanti agli occhi il fallo (che rimane oggetto di discussione) di Benatia su Vazquez, dopo che la Juventus era riuscita a rimontare il parziale dell’andata ed era pronta a vivere quelli che, al tempo, sarebbero stati i supplementari dei quarti di finale di ritorno di Champions League. Ma l’arbitro Oliver, all’ultimo secondo della gara, ha decretato un penalty per i blancos, trasformato freddamente da Cr7 che ha insaccato la sfera alle spalle dell’ incolpevole Wojciech Szczęsny, subentrato all’espulso (ed imbufalito) Buffon, per proteste all’indirizzo del direttore di gara.
La vittoria in Coppa Italia
Ma le delusioni in Europa, anche questa stagione, vengono lenite dai bianconeri grazie ai successi in Italia: prima ancora dell’aritmetica certezza della vittoria scudetto, infatti, la Juventus si è aggiudicata la tredicesima Coppa Italia della sua storia (la quarta consecutiva), rifilando al Milan un secco poker (4 – 0 il finale all’Olimpico). Così, Max Allegri e la sua Juve, ribadiscono ancora una volta la totale supremazia della Signora in Italia.
Festa scudetto
Oggi, per la Juventus, tutti i brutti ricordi legati alla Champions (in special modo alla notte di Madrid) si cancellano di colpo, perché riemerge, come ormai da sette anni di fila, come ormai per trentaquattro anni a questa parte, la consapevolezza di essere il club italiano più titolato in termini di scudetti vinti, il club dei record dello stivale calcistico.