Ennesimo vertice (e quasi certamente non l’ultimo) tra Di Maio e Salvini. I due leader si incontrano al Pirellone, a Milano. Sul tavolo, un plico. Vi si può leggere ‘contratto per il governo del cambiamento‘. Sarebbero una ventina di pagine, secondo fonti vicine ai parlamentari grillini. Sono ore frenetiche.
Accanto al leader del Carroccio, siedono altri importanti big di via Bellerio. Tra tutti, Calderoli, Centinaio e l’immancabile Giorgetti. A fianco di Di Maio, invece, ci saranno i soliti Toninelli e Bonafede, a cui si aggiunge – questa volta – anche Rocco Casalino, responsabile alle comunicazione del M5S.
Al momento le delegazioni avrebbero raggiunto il pieno accordo sui primi dieci punti del programma che, potrebbe avere un incremento dei titoli, arrivando a oltre una ventina rispetto ai 19 di questa mattina. Secondo fonti leghiste, sul tavolo ci sarebbe anche il nodo Ilva, dossier sul quale la Lega si oppone alla chiusura.
Si è concluso, intanto, l’incontro tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini al Pirellone sul nuovo contratto di governo. I due leader si dichiarano ottimisti e sembrano soddisfatti del lavoro fatto finora. Domani, intorno alle 10:30, le delegazioni di Lega e Movimento 5 stelle torneranno ad incontrarsi.
Di Maio e Salvini sono ottimisti
“Oggi è stata una giornata produttiva. Stiamo lavorando per il cambiamento dell’Italia – avrebbe scritto Luigi di Maio su Facebook al termine dell’incontro con Matteo Salvini sul contratto di governo”. Il leader del Movimento 5 stelle parla di positività. “Siamo sulla buona strada – ha aggiunto -, sono ottimista e non solo sulla discussione al tavolo ma per quelli che la temono e ci stanno attaccando: vuol dire che siamo sulla buona strada”.
A chi gli chiede se chiederenno più tempo al Colle per formazione del governo, Matteo Salvini risponde con decisione: “Se domani stiamo qua a scrivere – ha detto -, evidentemente non possiamo essere al Quirinale”. E intanto si prepara, insieme a Luigi Di Mario, per presentare il contratto del cambiamento al presidente della Repubblica. “Contiamo di portare a Mattarella un’idea di Italia positiva per i prossimi anni – ha affermato Salvini lasciando il Pirellone – e lo ascolteremo col massimo rispetto”. E ancora: “Ho riletto anch’io Einaudi. Ma va letto tutto, scrisse di un Paese fondato sull’autonomia. Einaudi è un grande”. In merito ai temi discussi infine il leader della Lega dice: “Abbiamo parlato di conflitto di interessi? Di tutto. Senza voler punire nessuno, ma nessuno nemmeno nell’ambito dei 5 Stelle ha mai pensato a leggi punitive o restrittive che mettano a rischio l’economia, lo sviluppo o i posti di lavoro. È un dibattito che non c’è mai stato”.
Di punti in comune nel programma di Di Maio e Salvini ce ne sono, bisogna capire, però, se saranno sufficienti. “Se la compatibilità arriverà all’80% si parte. Altrimenti ci abbiamo provato – ha detto Matteo Salvini lasciando la riunione con il M5S per il governo”. Sui cosiddetti “punti caldi” come tasse, pensioni e immigrazione, il leader della Lega è ottimista. Nel progetto per il futuro dell’Italia non devono mancare le trattative con l’Europa. “Questo ovviamente passa attraverso la rinegoziazione dei trattati Ue – ha affermato Salvini -, altrimenti l’Italia soffoca. E su questo mi sembra ci sia una volontà comune”.
Uno tra i primi punti affrontati e chiusi in questo primo giro milanese del tavolo tecnico tra Lega e Movimento 5 Stelle è quello relativo alla flat tax. Secondo quanto si apprende da fonti che seguono la trattativa, nel contratto di governo non ci sarà alcun condono per finanziare la flat tax.
I punti del programma e il nodo della premiership
Sembrava una strada tutta in discesa e invece, l’accordo di governo tra M5S e Lega, sembra al momento qualcosa di molto simile a una scalata. Anche oggi, infatti, si sta giornata di trattative, di incontri, di comunicati. Luigi Di Maio e Matteo Salvini non hanno ancora raggiunto una quadra sulla figura da proporre per il premier. E questo tema, al Pirellone, sarà uno dei più caldi.
Il leader del M5S ha parlato di passi avanti sul programma, ma è emersa una divergenza sulla premiership. Di Maio punta ad una soluzione interna al Movimento, ma il centrodestra, a partire da Giorgia Meloni di FdI, non sembra affatto disposta a concedere sconti. A quanto si apprende, inoltre, i punti del contratto sarebbero oltre 20. Alcuni, tuttavia, suggeriscono che il programma abbia subito, dopo il via della trattativa al Pirellone, un incremento sostanzioso.
Berlusconi ironizza e Grillo insiste sul referendum online
In serata Silvio Berlusconi ha poi appesantito “il carico” da Milano: “Speriamo che questi due non vadano avanti perché mettono la patrimoniale”. Immediata l’ennesima e consueta smentita del suo staff: “La frase non è stata mai pronunciata“. Ma i grattacapi sono anche interni al Movimento se anche Beppe Grillo, in ritorno da New York, sceglie di fermarsi a Roma nel momento più delicato della trattativa.
Ancora una volta si è fatto cenno al “referendum online” degli scritti alla piattaforma Russeau: “Il fatto di chiedere ai nostri iscritti un parere sul contratto di governo significa proprio dover fare un buon contratto di governo. La mia garanzia sta nel fatto che faremo un buon lavoro per soddisfare quello che gli italiani si aspettano da un governo di questa portata”, spiega.