La cessione della raffineria Esso di Augusta, nel polo petrolchimico di Priolo Gargallo (Siracusa), potrebbe aprire a nuovi interessanti scenari per l’economia dell’Isola. La compagnia di Stato algerina Sonatrach non ha infatti nascosto la sua volontà di investire in Sicilia e nell’intero ramo industriale di cui è diventata proprietario.
“Sonatrach è estremamente orgogliosa di effettuare in Italia, in particolare ad Augusta, il suo primo investimento internazionale nel settore della raffinazione”, ha affermato Abdelmoumen Ould Kaddour, Chairman e Ceo di Sonatrach. “Ci impegniamo a mantenere i livelli occupazionali, la continuità gestionale, l’eccellenza operativa e gli elevati standard in materia di salute, sicurezza e ambiente. Il nostro obiettivo è una presenza di lungo termine”.
La cessione è prevista entro la fine del 2018. Agli algerini andranno la raffineria di Augusta, i depositi carburante di Augusta, Palermo e Napoli e i relativi oleodotti, oltre al contratto di impiego di circa 660 dipendenti della Esso Italiana. “La decisione è frutto di un’approfondita e attenta valutazione”, ha dichiarato Gianni Murano, Presidente e Amministratore Delegato della Esso Italiana. “Il nostro impegno in Italia, dove operiamo da oltre 125 anni, non viene affatto meno”.
Un’operazione massiccia, strutturale, apparentemente conservativa delle esigenze occupazionali. Eppure c’è chi come il governatore siciliano, Nello Musumeci, storce il naso: “Le modalità anomale con cui è avvenuto il subentro della società algerina Sonatrach alla Esso di Augusta lasciano assai perplessi e suscitano serie preoccupazioni. Chi viene a investire in Sicilia è sempre il benvenuto, ma ha il dovere anzitutto di presentare, alle istituzioni, credenziali e garanzie”.
“Sono certo che i nuovi petrolieri vorranno fornire, presto, alla Regione un piano industriale atto a offrire rassicurazioni per i livelli occupazionali, per la tutela della salute del territorio e per la bonifica degli impianti”. E le preoccupazioni del presidente sembrano accompagnare anche quelle dei sindacati.
La decisione di Esso di procedere alla cessione “di un numero complessivo di 700 lavoratori diretti e 900” dell’indotto alla algerina Sonatrach “è inaccettabile”. Lo affermano il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, e il segretario generale della Uiltec, Paolo Pirani, secondo cui questa “è l’ennesima prova della necessità di regole europee e internazionali che impediscano alla multinazionali di assumere unilateralmente decisioni dalle gravi ripercussioni sociali”.
Per Barbagallo e Pirani si tratta di una “exit strategy” dall’Italia da parte di Esso. “Occorre una presa di posizione forte ed una assunzione di responsabilità di tutti per salvaguardare patrimoni industriali e posti di lavoro – continuano – Nonostante il momento, interesseremo immediatamente il Governo per le azioni necessarie del caso. Coinvolgeremo i lavoratori nelle azioni necessarie alla difesa dell’occupazione in un territorio come quello siracusano già pesantemente provato”.