Spuntano nuovi indagati nell’omicidio di Sana Cheema, la ragazza uccisa in Pakistan prima di rientrare a Brescia. La mamma e la zia della ragazza sarebbero coinvolte nella morte della giovane pakistana. A riportarlo è il ‘Giornale di Brescia’ spiegando che il capo della polizia locale, dopo aver annunciato la confessione del padre, ha comunicato che tra gli indagati figurano la mamma e la zia.
In attesa del risultato degli esami effettuati sul corpo della 25enne, gli inquirenti hanno chiesto una proroga di 15 giorni delle indagini.
Sana, il padre nega la confessione
Il padre di Sana, rinchiuso nel carcere pakistano, smentisce le dichiarazioni rilasciate dalla polizia locale. L’uomo, intervistato da Repubblica, ha negato di aver confessato l’omicidio della figlia. “Non è vero che abbiamo confessato. Se il referto dei medici legali dice che Sana aveva l’osso del collo rotto è perché deve aver battuto la testa contro il bordo del letto o il divano”, ha spiegato il padre della 25enne, aggiungendo che “se le cose sono andate così è per il volere di Allah“.
La figlia, ha ammesso l’uomo, era più “più italiana che pakistana” ma “nessuno le voleva imporre nulla, solo farle capire che il ragazzo che diceva di amare era già promesso sposo di un’altra donna e che non voleva saperne di lei”. “Mia moglie ha provato a mettere quel ragazzo alle strette: o la sposi o smettete di vedervi, gli aveva detto – ha continuato -. E infatti dopo quel colloqui Sana si è convinta a tornare qui al villaggio“.