È la fine di in incubo durato 15 anni, di cui 6 passati in carcere. Finito dietro le sbarre per sbaglio, oggi Pasquale Palumbo, un commerciante di 55 anni gestore di un bar a Savona, racconta la sua tragedia, culminata finalmente nella libertà.
Tutto iniziò dopo il ritrovamento di un uomo 51enne, Gioacchino Lombardo, 51 anni, carbonizzato in un auto nei pressi del comune di Bereguardo, in provincia di Pavia. I fatti risalgono al 2003 e fu stabilito che il movente era passionale e furono incriminati, insieme a Palumbo, i suoi fratelli e il figlio della vittima, che aveva confessato. Palumbo venne così condannato a 30 anni insieme ai due fratelli ma cercò di convincere la giuria di non essere colpevole, dichiarando di conoscere l’omicida.
Ad avere un ruolo centrale fu il telefonino di Palumbo: il giorno dell’omicidio l’uomo prestò il dispositivo al fratello e fu proprio questo ad incastrarlo. Il suo telefonino infatti agganciava una cella nella zona dove la vittima era stata uccisa, a Bereguardo, provincia di Pavia. Oggi l’uomo è stato scarcerato ma non è chiaro se chiederà i danni oppure no. “Da un lato c’è l’ingiustizia – commenta l’avvocato Fabrizio Vincenti – dall’altro la voglia di mettersi definitivamente alle spalle un incubo durato 15 anni”.