Una tragedia di enormi dimensioni ha sconvolto il centro del Kenya. Mercoledì alle 21 la diga di Solai, nei pressi della città di Nakuru, circa 160 chilometri a nord di Nairobi, ha ceduto e le acque hanno travolto le abitazioni. Il bilancio parla di almeno 41 vittime, mentre altre 36 persone sono rimaste ferite. Secondo una prima stima della Croce Rossa, almeno 500 famiglie sono state colpite dalla catastrofe.
La diga, utilizzata per l’irrigazione delle aree agricole circostanti, era circondata da abitazioni in cui risiedevano i braccianti impiegati nell’azienda.
Testimonianze forti quelle rilasciate dai superstiti del crollo della diga di Solai e che il quotidiano kenyano ‘The Nation’ sta raccogliendo. “Acque tumultuose hanno fatto irruzione in casa”: racconta Pius Mzee. L’uomo, ricoverato in un ospedale di Nakuru, ha spiegato che è corso fuori con le due figliolette di 4 e 6 anni quando è stato travolto dalle violente onde. Prima della tragedia, l’uomo chiacchierava con la moglie e i suoi 4 bambini.
“Mzee si è rassegnato al proprio fato quando è stato colpito da enormi pietre trasportate dalle acque”, riferisce il sito del quotidiano. “Mia moglie era con gli altri due bambini”, “non li ho potuti rintracciare. Finora non so dove siano”, ha poi affermato il sopravvissuto che si è salvato aggrappandosi ad un albero. “L’acqua è entrata in casa sfondando la porta e siamo stati tutti spazzati via”, ha raccontato invece un altro ricoverato, James Njung’e.
L’inondazione che ha provocato il crollo della diga in Kenya è la peggiore registrata nel Paese dal 2012. Lo segnala il New York Times, citando il delegato regionale per la gestione dei disastri della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Marshal Mukuvare.
Fred Matiangi, sottosegretario all’Interno, ha visitato la zona colpita annunciando che ben presto saranno avviate delle ispezioni per accertare la stabilità delle strutture. Ben sei dighe per l’irrigazione sono presenti nell’area colpita dall’inondazione