La riunione delle delegazioni di tecnici di Lega e M5S si è conclusa. Era iniziata alla 15:40, dopo la nota congiunta di Di Maio e Salvini e gli annunciati ‘passi avanti‘ sulla formazione del nuovo esecutivo Lega-M5S. Al tavolo, era presenta a nche una rappresentanza, parlamentare seppure ridotta.
Il primo punto ad emergere dalla riunione programmatica è la velocità delle tempistiche. “Il programma sarà pronto a breve, anzi brevissimo”, annuncia infatti Alfonso Bonafede, deputato grillino incaricato dai vertici del M5S a seguire per il coordinamento dei programmi del duopolio governativo Lega-5S.
Questa mattina, peraltro, si concludeva il vertice a 2 tra Di Maio e Salvini. L’incontro tra i leader di Lega e M5S avrebbe dovuto portare alla formazione di nuovo governo nell’arco di 24 ore, concesse in extremis da Mattarella. Si pongono, dunque, le basi per un duopolio di governo tra i grillini e il Carroccio. E tutto ciò può avvenire grazie al discusso passo indietro di Silvio Berlusconi. Al centro di tutto il programma, poi, i nomi dei ministri.
“Iniziamo dai temi poi i nomi – ha detto Luigi Di Maio -. La cosa importante è il contratto di governo, ci sono soluzioni che gli italiani aspettano da 30 anni”. Il leader del M5S dice ancora una volta di voler mettere gli interessi degli italiani davanti a tutto, al punto da tornare al voto per rispettarne la volontà, nel caso in cui non si trovasse un’intesa. “Se c’è accordo si parte – replica infatti Matteo Salvini – altrimenti si vota”.
Tempo fino a lunedì, si apprendeva questa mattina. Ma, in queste ore, Salvini è ancora più esplicito. Due o tre giorni richiesti al Colle per chiudere tutto. Se non si raggiunge un’intesa, si torna al voto. Nulla, dunque, sarebbe certo. Ma la riunione per stendere un comune programma di governo, ad ogni modo, è stata proficua. A riassumerne i temi, prima di una dichiarazione stellata, è ancora il leader del Carroccio: “Si sta lavorando su legge Fornero, lavoro, sbarchi, legittima difesa. L’immigrazione e la sicurezza saranno due tematiche fondanti del programma del governo”.
E, dopo la riunione, non tarda a sopraggiungere anche un resoconto pentastellato. La dichiarazione è affidata, dapprima, a Emilio Carelli e poi ad Alfonso Bonafede. E proprio a Bonafede a sottolineare ‘gli ampi margini di convergenza’, peraltro piuttosto inaspettati, emersi da questo nuovo vertice tra i due partiti. Tra i punti di partenza, flat tax e reddito di cittadinanza. Carelli, invece, insiste sulla premiership. Secondo il grillino, il ruolo di Di Maio e Salvini potrebbero rimanere quello di capi politici. Insomma, i due leader di Movimento e Caroccio sarebbero fuori dall’esecutivo.
In tanto sono i molti a chiedersi da che parte si schiereranno i meloniani. Fratelli d’Italia, certamente, è un partito legato molto più alla Lega che ai forzisti, ma sull’intesa con Di Maio, Giorgia Meloni potrebbe avere qualcosa da ridere. Ad ogni modo, per evitare che si possa pensare a ‘trattative sotterranee’, la leader di FdI interviene pubblicamente con un post Facebook. “Se appoggiamo il governo M5s-Lega?” Domanda ai suoi lettori. Risponde subito dopo: ” la nostra scelta non può prescindere da chi sarà il presidente del Consiglio, perché è evidente che chi guida il governo ne caratterizza l’azione”.
La Lega e il Movimento Cinque stelle hanno chiesto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, altro tempo per la presentazione della proposta di governo, almeno fino a lunedì.
Secondo quanto riferiscono fonti parlamentari del Movimento 5 Stelle, una volta stilato il contratto tra Lega e M5S, sarà subito sottoposto al voto degli iscritti al Movimento per il via libera o la bocciatura.
“Sono momenti importanti non per il Movimento ma per la Repubblica italiana”. Sono queste le parole del leader M5S, Luigi Di Maio, in un video pubblicato su Facebook. “Il tempo non è tantissimo – ammette – ma dobbiamo fare un lavoro fatto bene con l’unico obiettivo di ottenere risultati significativi per i cittadini”. Sembra che finalmente si possa giungere ad un contratto di governo. “Non posso nascondere la gioia – confessa – per il fatto che possiamo finalmente iniziare ad occuparci dei problemi dell’Italia“. E in merito al passo indietro di Berlusconi dice: “Ieri sera si sono create le condizioni per cominciare a lavorare ad un governo del cambiamento M5s-Lega. Sono molto orgoglioso che siamo arrivati fin qui mantenendo la nostra linearità e la nostra coerenza e portando avanti in maniera lineare la nostra linea politica. È un grande obiettivo raggiunto, ma adesso diamo il prima possibile un governo all’Italia“.
Il capogruppo della Lega, Giancarlo Giorgetti, che ha partecipato al vertice tra Salvini e Di Maio a Montecitorio, mette le mani avanti. Sembra infatti che i leader di Lega e M5S abbiano intenzione di chiedere più tempo al Quirinale per presentare una proposta di governo. “Ne stanno discutendo”, ha detto Giorgetti.
“Sulla composizione dell’esecutivo e del premier – si legge in una nota congiunta di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, diffusa al termine dell’incontro alla Camera – sono stati fatti significativi passi in avanti nell’ottica di una costruttiva collaborazione tra le parti con l’obiettivo di definire tutto in tempi brevi per dare presto una risposta e un governo politico al Paese”.
Si terrà “già oggi pomeriggio la prima riunione con i responsabili tecnici dei diversi settori del MoVimento 5 stelle e della Lega”, proseguono. L’incontro di stamattina a Montecitorio alla presenza anche di Vincenzo Spadafora e Giancarlo Giorgetti ha registrato “un clima positivo per definire il programma e le priorità di governo”, specificano nella nota.
Per Luigi Di Maio e Matteo Salvini è prioritario, dunque, trovare un’accordo sul contratto di governo. Sarà un contratto “snello”, secondo quanto riporta Repubblica, che si baserà su pochi punti sui quali difficilmente i due leader potranno trovarsi in disaccordo.
Il primo tema da affrontare è il reddito di cittadinanza, che dovrebbe essere in linea con la riforma dei centri per l’impiego e delinearsi come una misura a sostegno del reddito, nel momento in cui si cerca lavoro.
Per quanto riguarda le imprese, sembra ci si muova verso una forte detassazione, su cui Salvini e Di Maio sembrano essere già d’accordo. Il leader del M5S, infatti, guardando al modello applicato dal Donald Trump negli Stati Uniti, durante la campagna elettorale aveva parlato di misure “choc”.
Terzo punto di interesse sembra essere la legge Fornero. Durante la campagna elettorale si è parlato tanto di abolizione, ora invece sembra che, per preservare i conti dell’Inps, si applicheranno soltanto alcune modifiche.
Quello dell’immigrazione è un tema tanto caro a Salvini. Sia il leader della Lega che quello del M5S legano l’immigrazione alla questione sicurezza ed è possibile che Di Maio si apra a posizioni affini al suo interlocutore, chiedendo il controllo delle coste e il blocco degli sbarchi.
Dal contratto di governo spariranno invece due temi, che durante la campagna elettorale erano stati tanto cari ai grillini: conflitto di interessi e norme anticorruzione.
Quando, definito il contratto, si passerà alla scelta dei nomi da distribuire sulle vari poltrone, il primo nodo da sciogliere sarà quello del premier. Dal punto di vista politico resta da capire se il M5S cederà ad un premier leghista, al momento, dopo il passo indietro di Silvio Berlusconi, annunciato domenica a Palazzo Chigi, sembra che Di Maio sia disposto ad aprirsi ad un nome terzo.
Sul tavolo del totonomi sono già passati Giulia Bongiorno, Carlo Cottarelli e Giancarlo Giorgetti, sul quale però i grillini hanno chiuso dopo un primo momento di apertura. Sembra, a questo punto, che si possa arrivare ad una staffetta-premier tra Luigi Di Maio e Matto Salvini.
Se il nome di chi andrà a Palazzo Chigi è ancora avvolto da un alone di mistero, lo sono ancora di più quelli che andranno ad occupare i vari ministeri. In caso di un nome terzo come premier, Salvini e Di Maio potrebbero passare al grado di vice, dividendosi macro aree di competenza: Lavoro ed Esteri per Di Maio – che così potrebbe occuparsi del reddito di cittadinanza e presenterebbe all’Europa il nuovo modello di governo del Movimento – e l‘Interno a Salvini – che in questo modo potrebbe occuparsi del tanto caro tema immigrazione.
Mentre è in corso l’incontro tra Salvini e Di Maio per trovare un accordo, il presidente della Repubblica lancia il suo monito. “Pensare di farcela senza l’Europa significa ingannare i cittadini – dice da Fiesole alla conferenza The state of the Union -. Il sovranismo è inattuabile”. In questo modo sembra che Mattarella voglia indicare i confini entro i quali dovrebbe formarsi un governo esecutivo. “Tutti sanno – ha aggiunto – che nessuna delle grandi sfide, alle quali il nostro continente è oggi esposto, può essere affrontata da un qualunque Paese membro dell’Unione, preso singolarmente”.
Al momento della proposta di un governo neutrale, Sergio Mattarella era stato chiaro, al paese serve un premier che sia europeista, competente in economia e con molte donne al suo interno. La rosa dei nomi del capo dello Stato vedeva infatti Elisabetta Belloni e Marta Cartabia. Belloni, romana, 60 anni, è la prima donna segretario generale della Farnesina, mentre Cartabia, 54 anni – che intanto ha gentilmente presentato il suo rifiuto – è vicepresidente della Corte Costituzionale.