La Giunta comunale di Venezia sancisce il blocco alla vendita di “cibo da passeggio” per tre anni, a favore del decoro e per evitare l’occupazione di spazi pubblici con picnic improvvisati. Secondo quanto riferisce il Corriere del Veneto, il provvedimento fa parte di un percorso avviato un anno fa dal sindaco Luigi Brugnaro. Adesso tocca alla Regione Veneto bilanciare le esigenze della città con i provvedimenti sulla libera concorrenza.
Stop al ‘cibo da passeggio’ per 3 anni
La gestione dei rifiuti e l’occupazione “confusionaria” di spazi pubblici, come gradini di ponti e chiese, stanno alla base del provvedimento preso dal comune di Venezia. Oltre a bloccare le nuove aperture – ad eccezione delle gelaterie -, la decisione prevede anche restrizioni e limiti per i locali già esistenti. Chiunque abbia un’attività che fornisce il cosiddetto “cibo da passeggio” ha, inoltre, l’obbligo di mantenere pulito il suolo pubblico. Non appena le limitazioni entreranno in vigore, riguarderanno la città storica e le isole di Murano e Burano. Un modo per far fronte al turismo di massa che investe regolarmente la città lagunare.
Oltre alle 60 attività del genere già attive a Venezia, risultano maggiormente colpiti i negozi di pizza a taglio, kebab e pasta da passeggio. Il provvedimento è molto articolato e mira anche ad imporre, ai locali che vendono alimenti, standard minimi sulle misure di spazi e altezza dei negozi, nonché sulla presenza di servizi igienici.