C’è una svolta, nel mistero di Castellamonte. I 187mila euro sottratti alla docente, Gloria Rosboch, dal suo ex allievo (amante e, probabilmente, assassino) sarebbero stati spesi in bitcoin. Tutti o in parte ancora non si sa. E forse non si saprà mai.
È il 13 gennaio 2016. Gloria Rosboch, 49 anni, docente precaria di francese del Torinese, esce di casa. Dice agli anziani genitori, con cui vive, che tornerà entro poche ore. Si starebbe assentando per una riunione a scuola. Gloria mente. A minuti, incontrerà i suoi assassini. Ma questo non può saperlo, non ancora.
L’appuntamento è con Gabriele Defilippi, 22 anni, suo ex allievo. Le ragioni dell’incontro riempiono di vergogna l’insegnante. Tra Gloria e Gabriele, infatti, c’è stata una storia. Una ‘storia d’amore‘ a cui ha creduto soltanto la professoressa. E ci ha creduto a tal punto da consegnare a Defilippi i risparmi di una vita. 187mila euro. Spariti nel nulla, insieme a Gabriele. Gloria Rosboch morirà quel giorno. Il suo corpo senza vita sarà ritrovato il 19 febbraio successivo.
La rogatoria con gli Usa e il ruolo dell’FBI
La novità emerge dal materiale che la Procura di Ivrea sta vagliando, insieme alla difesa di Defilippi e agli avvocati di parte civile. Si tratta di mail e conversazioni Messanger estrapolate dalle chat Facebook di Gabriele e della madre, Caterina Abbattista. Ad ottenerli, per i magistrati italiani, una rogatoria internazionale avanzata dal procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando.
Eppure, l’FBI tende alla Procura una mano tentennante. Gran parte del materiale richiesto da Ivrea ai federali, infatti, non è stato fornito. Perché? Privacy o qualcosa del genere. Almeno così, risponde Quantico a Torino, ribadendo il diniego dei dati mancanti. Insomma, di quelle conversazioni online tra madre e figlio tra poco non resterà più traccia. Peraltro, Gabriele e Caterina avevano prontamente provveduto a cancellarne ogni traccia dai loro profili online. Dove hanno fallito, ci ha pensato l’FBI. Dal vaglio del materiale, dunque, un solo nuovo elemento: il denaro che Defilippi sottrasse a Gloria Rosboch fu usato per investimenti in bitcoin. Una pista, del resto, che gli inquirenti avevano già preso in considerazione durante le indagini.
Tutti i punti oscuri del caso Rosboch
Gloria Rosboch rivuole quei soldi. Questo la spinge, quel 13 febbraio, a incontrare Gabriele Defilippi. Si è già rivolta alla giustizia, ma non intende aspettare i tempi proverbialmente lunghi dei tribunali. Vuole fare da sé.
Gabriele la sta aspettando su una Twingo. Insieme a lui, Roberto Obert, 53 anni, amante del ragazzo. Gloria sale a bordo. Uno dei due la uccide. Anzi, la strangola. Con un foulard, un fazzoletto, un ‘qualcosa di morbido‘, come suggerisce il medico legale. Chi dei due resta un mistero per mesi. Defilippi e Obert si accusano a vicenda. “Ho preso parte all’omicidio, ma è stato Roberto l’esecutore materiale”, ammetteva il 22enne. Poi, la confessione definitiva: “Obert non c’entra, sono stato io”. E queste parole gli valgono la condanna a 30 anni di carcere con rito abbreviato. A Obert toccano invece 19 anni. E tra poco più di 10 giorni, si presenterà in Corte d’Assise, la madre di Defilippi, Caterina. La Abbattista, infatti, è considerata dalla Procura di Ivrea l’istigatrice dell’omicidio e della truffa.
Sono ancora molti i nodi da sciogliere in un giallo intricato e torbido che sembra far emergere molte più bugie che verità. Bugie come quelle che Gabriele raccontava a Gloria, una donna molto più grande che di lui si era innamorata. Bugie come quelle che hanno indotta la professoressa a consegnare al suo giovane amante tutti i risparmi della sua famiglia. Bugie come quella promessa di una nuova vita in Costa Azzurra.