Nelle due gare giocate nella notte NBA, i Philadelphia 76ers portano a casa il punto della bandiera contro gli odiati Boston Celtics, mentre i Toronto Raptors non riescono a fare altrettanto sul parquet dei Cleveland Cavaliers, che chiudono così i conti e certificano la quarta finale della Eastern Conference consecutiva. Tutte, ovviamente, nel nome di LeBron James.
A volte, la soluzione più inattesa è in grado di fare la differenza. Sicuramente è il caso della gara-4 dei Sixers, che hanno proposto in quintetto TJ McConnell al posto di Covington, venendo ripagati dalla guardia con una prestazione di impegno encomiabile, condita da 19 punti (massimo in carriera). Lo spirito combattivo del numero 12 è stato il traino per tutto il resto della compagnia, con una Boston poco ispirata al tiro e molto infastidita dal metro arbitrale, troppo fiscale nei confronti dei biancoverdi. La serie, così, torna nel Massachussets per gara-5, dove i Celtics avranno la possibilità di chiudere i conti in casa, tornando in finale di Conference.
Raramente si vede una testa di serie numero 1 venire eliminata prima di raggiungere le finali di Conference, ancor più di rado la si vede subire un secco 4-0. La serie tra Cleveland Cavaliers e Toronto Raptors, però, ha evidenziato una volta di più le difficoltà dei canadesi nei playoff, quando il gioco poco redditizio della loro stella DeMar DeRozan inizia a incepparsi di fronte alla maggiore attenzione delle difese. La gara-4, giocata in un’arena già in festa, è stata solo una formalità per LeBron e compagni, che hanno rifilato una lezione pesantissima agli uomini di Dwayne Casey. Quando i tiratori dei Cavs, da Korver a Smith, sono così ispirati, è difficile portare a casa la vittoria, e questo è un avviso importante anche per le prossime avversarie di Cleveland.