Grazie a modernissimi congegni elettronici, i ladri d’auto 2.0 riescono ad aggirare la centralina dell’auto in meno di 15 secondi e compiere il furto. Nel 2017 si sono registrati quasi 150mila casi di veicoli rubati. Dato significativo che emerge dall’ultimo dossier della Polizia Stradale presentato in occasione del vertice Euvid, nel corso del quale 27 forze di polizia europee si confrontano con esperti del settore automobilistico per discutere del fenomeno dei furti ed elaborare nuove strategie.
Roma detiene il primato con il 16,46% nella classifica stilata dalla Polizia Stradale, cui seguono Napoli (13,5%) e Milano (7,9%). La marca preferita dai ladri è la Panda.
Furti d’auto, i dati
Il 2017 è stato contrassegnato da un calo del 6,25% dei furti rispetto all’anno precedente, a cui si accompagna una diminuzione dei ritrovamenti pari al 7,67%.
A livello regionale, secondo il dossier, rimane in testa la Campania (19,7%), seguita da Lazio (18%) Puglia (15,2%). La Fiat è il marchio più rubato con la Panda in testa. Al secondo e terzo posto si piazzano rispettivamente Lancia Y e Volkswagen Golf.
Inoltre si è trasformato il modus operandi dei ladri che, raccolti in gruppi ramificati in Europa, adoperano sofisticate tecnologie grazie alle quali si riduce notevolmente la tempistica dei furti. “Viene replicato il segnale emesso dalla chiave alla centralina al momento dell’avvio del motore. In questo modo il ladro-hacker riesce a impedire la chiusura del mezzo grazie a congegni chiamati jammer o Rf sniffer. È come se venisse ‘ingannata’ la centralina e, una volta a bordo, il ladro riesce ad accendere la macchina”, dichiara al ‘Corriere della Sera’ Giuseppina Minucci, responsabile della terza divisione della Polizia stradale. Dopo il sequestro, l’auto viene smontata per riciclare i pezzi di ricambio oppure rivenduta sui mercati stranieri o italiani.
“Esistono organizzazioni criminali internazionali la cui provenienza è sempre più riconducibile a Moldavia, Ucraina, Polonia, Romania e Slovenia. Sono molto preparati a livello informatico e hanno un’elevata conoscenza delle tecnologie dei veicoli”, spiega Roberto Sgalla, direttore di tutte le specialità della Polizia di Stato.