A Camera e Senato, come prevede il nuovo ordinamento, toccherà scegliere alcuni dei componenti dell’organismo di gestione del servizio pubblico. Così, Montecitorio e Palazzo Madama potranno ricevere a breve il curriculum vitae di Michele Santoro che, oggi, ha annunciato la sua imminente candidatura al CDA della Rai.
L’annuncio alla presentazione di ‘M’: tutti i punti della candidatura di Santoro
L’annnucio proviene dalla sede Rai di viale Mazzini, a Roma, dove questa mattina si è tenuta una conferenza stampa. Santoro stava presentando la docufiction ‘M‘ dedicata al caso Moro (M andrà in onda su Rai giovedì). Il giornalista sa di non avere molte chance. “Non ho alcuna speranza”, ha dichiarato a margine della conferenza stampa. Ma, poi, ha subito aggiunto: “Così li costringerò ad aprire un dibattito per scegliere una persona diversa da me e dalle mie idee”.
Santoro non è andato per il sottile, basando la sua eventuale candidatura su due – imprescindibili a suo dire – punti chiave. Punto numero 1: Il servizio pubblico, qualunque sia la sua produzione, deve rendere pubblici i conti (“Si deve sapere quanto costa realmente”, ha asserito Santoro). Punto numero 2: il 40% (almeno) della produzione Rai deve andare a produttori indipendenti (“Fuori le logiche che strozzano i giovani”, ha sentenziato su questo argomento). Insomma, per Santoro, la Rai ha potenzialità immense. Ma la linea editoriale è inadeguata. Questa è la principale ragione della sua scelta. E, per evitare eventuali conflitti d’interessi, ha anticipato che in caso di elezione, smetterà di fare programmi in Rai. Insomma, Santoro dice di non avere speranze, ma è difficile credergli.