In gara-3 gli Houston Rockets avevano fatto intendere le proprie intenzioni bellicose, riprendendosi immediatamente il fattore campo strappato loro da Utah nella partita precedente, in gara-4 hanno completato l’opera, portandosi sul 3-1 e ipotecando, di fatto, l’accesso alle finali di Conference, nonostante una prestazione tutt’altro che scintillante della loro stella più luminosa James Harden.
Utah Jazz-Houston Rockets 87-100 (1 – 3)
Un Harden deludente, dicevamo. Se così si può definire un giocatore che segna 14 punti nel solo primo quarto, incappando poi in una serata no al tiro. Nessun problema, però: ci pensa Chris Paul a caricarsi i texani sulle spalle, avvicinandoli così alla finale della Western Conference, un traguardo che la franchigia manca da tre anni, quando un Barba molto più solo non riuscì a strappare più di una vittoria ai Warriors.
Niente da fare per gli Utah Jazz che, privi di Ricky Rubio, non hanno semplicemente mezzi sufficiente per sfidare il potenziale offensivo devastante degli uomini di Mike D’Antoni, specialmente in serate in cui il rookie Donovan Mitchell non trova la collaborazione nei suoi lunghi Favors e Gobert. Per coach Snyder, comunque, la soddisfazione di aver dato vita a un piccolo miracolo, in una stagione che, sulla carta, doveva essere di ricostruzione dopo l’addio di Hayward.