Ieri, gli veniva notificata una nuova ordinanza di custodia cautelare. Oggi, Innocent Oseghale torna a ribadire la sua innocenza. Lo fa, di fronte al gip Rita de Angelis, durante l’interrogatorio di questo pomeriggio nel carcere di Ascoli Piceno. “Non ho ucciso io Pamela e nemmeno ho sezionato il suo cadavere. Tantomeno l’ho proposta ad Awelima per un rapporto”, afferma con una certa convinzione Oseghale, contribuendo ad ampliare il buio sulla torbida vicenda dell’omicidio di Pamela.
Due ore di interrogatorio per tornare a ribadire la stessa linea di difesa. Già lo scorso 15 marzo, infatti, con le stesse modalità, Innocent Oseghale si era dichiarato estraneo alle accuse rivolte dalla Procura di Macerata. Oggi, per dare corpo alla sua innocenza, l’imputato ricostruisce – con dovizia di particolari – tutti gli eventi del tragico 30 gennaio in cui l’accusa colloca la morte di Pamela Mastropietro.
Oseghale si trova in via Spalato, nell’appartamento dove Pamela verrà uccisa. Ma quando lascia l’abitazione, la 18enne romana è ancora viva, distesa sul letto. Si trova in compagnia di Desmond Lucky, finito in manette insieme ad Oseghale per concorso in omicidio. Ad ogni modo, secondo il suo ultimo racconto, Innocent esce di casa per consegnare della droga ad alcuni clienti. Via Cairoli sarebbe la meta, insieme ad un’altra zona di Macerata non ben specificata. E, a titolo di ulteriore conferma, Innocent menziona persino i nomi di alcuni acquirenti.
Incalzato dal gip, Oseghale prosegue nel racconto. Quando torna a casa, dopo le consegne, l’appartamento è in uno stato poco equivocabile. Ci sono tracce di sangue in più punti. In quel momento, Innocent avrebbe notato le due valige. Si insospettisce. Scettico, decide di aprirle. E vi ritrova, all’interno, i resti di Pamela. Desmond Lucky è sparito. Inoltre, Oseghale nega – alla presenza del gip – di aver offerto ad un altro suo connazionale (Lucky Awelina), anche lui detenuto, la possibilità di avere un rapporto sessuale con la 18enne. Del resto, questa circostanza viene negata anche dal gip di Macerata, ma non dalla Procura che gli contesta anche questo reato. Su questo capo d’accusa, perlatro, ha voluto insistere il legale della difesa. “Non c’è nessun riscontro indiziario a supporto, rimane una mera ipotesi investigativa, priva di riscontri oggettivi”, ha ribadito. E, purtroppo sul giallo di Pamela, c’è sempre meno chiarezza.