Si starebbe chiudendo per sempre la lunga e calda stagione di conflittualità dei paesi baschi. L’organizzazione separatista Eta, infatti, annuncia di aver rinunciato definitivamente alla sua attività politica. Il comunicato ufficiale, inoltrato ai media spagnoli, riferisce anche che venerdì si terrà una conferenza internazionale per una pace “giusta e duratura” nei paesi baschi francesi.
Non tarda a commentare Mariano Rajoy, il premier spagnolo, che liquida il comunicato dei baschi, bollandolo come un’operazione di “pura propaganda“.
Per il premier di Madrid, non vi sarebbe alcun ritiro volontario da parte dell’Eta. Si tratta, semplicemente, di “rumore e propaganda”. Sarebbe stata la Spagna a sconfiggere l’organizzazione separatista, caduta sotto i colpi dello stato di diritto e della democrazia spagnola. Rajoy ha conseguentemente escluso che i membri dell’Eta ottengano una qualche impunità per i loro crimini, nonostante la dissoluzione dell’organizzazione.
Zoido, ministro dell’Interno, ha sottolineato la necessità di continuare le indagini. Sarebbero moltissimi, ancora, i crimini irrisolti commessi dai terroristi separatisti dell’Eta. “L’Eta non ha ottenuto nulla con la promessa di fermare gli omicidi e non ottiene nulla annunciando quella che chiama dissoluzione”, ha dichiarato Juan Ignacio Zoido, facendo eco al premier Rajoy.
Solo un anno fa, l’Eta si arrendeva senza condizioni, cedendo alla polizia francese armi, nascondigli segreti, esplosivi. Insomma, rinunciava all’intero arsenale. Peraltro, una decina di giorni fa, l’organizzazione aveva inoltrato una lettera di scuse alle famiglie delle vittime degli attentati.
Ma già nel lontano 2011, quando l’Eta aveva dichiarato una tregua permanente, il governo di Madrid – con un Rajoy appena salito al potere – aveva messo in chiaro che non ci sarebbe stato alcun rilascio di prigionieri politici né concessioni ulteriori al governo autonomo.