Renzi chiama e il Nazareno risponde. Ma, soprattutto, rispondono i renziani che, alla Direzione Nazionale di domani, non intendono proporre alcun trattato di pace. Anzi. Il dissidio interno è quasi certamente destinato ad aprire nuovi fronti di contesa. Già lunedì, il reggente Martina lamentava la linea di sfida inaugurata televisivamente dal segretario uscente. E, mentre il no all’offerta stellata è sempre più forte e chiaro, i renziani propongono un documento di sintesi.
Si oppongono a “conte interne” alla Direzione, attribuiscono tutta la responsabilità dello stallo sull’esecutivo a centrodestra e 5 stelle, ribadiscono l’ennesimo rifiuto a partecipare ad un governo guidato da Di Maio o da Salvini. La raccolta delle firme è partita. E sarebbero già 77 i deputati ad aver sottoscritto il documento, oltre a 39 senatori. Insomma, Renzi, i numeri potrebbe averceli sul serio.
Renziani e anti-renziani: i fronti si preparano alla direzione di domani
Al rione Trevi spira un vento di tempesta. In fin dei conti, a strizzare l’occhio ai grillini erano davvero in pochi. Emiliano, Franceschini, Orlando, Cuperlo. L’ala governista era compatta, ma probabilmente troppo poco numerosa. Il peso dell’ex leader è ancora piuttosto difficile da ignorare. Anzi, sembra chiaro che l’ex leader a cui si fa riferimento non sia mai esistito. Matteo Renzi non si è fatto da parte. E se Cuperlo e Andrea Orlando invocano una sua immediata uscita di scena, la platea del Nazareno sembra troppo abituata al protagonismo del ‘senatore di Scandicci‘, come ultimamente è stato ribattezzato dalla stampa.
Renzi, dunque, con l’intervista di domenica sera allo studio di Fazio, ha lanciato una pietra. E, forse, in quel momento era ancora incerto sul numero di saltelli che il sassolino avrebbe compiuto sul pelo dell’acqua. A 3 giorni dalle sue commentatissime dichiarazioni, tuttavia, possiamo essere sicuri che la pietrina sia arrivata piuttosto lontano. Ѐ vero, Maurizio Martina non nascondeva tutta la sua contrarietà. E gli facevano eco tanti grandi nomi. “Ha ragione Martina, non si può tenere un partito in queste condizioni”, si affrettava a concordare Orlando. “Renzi non rispetta regole e iscritti”, continuava furente il 5 stelle-friendly Emiliano. Zingaretti e Fassino applaudivano all’unisono. Bettini – poi – affondava più duro: “Renzi vuole fare Macron”. Ma si trattava di grandi nomi.
Oggi, pare proprio che il Partito Democratico non voglia rinunciare al suo leader. Il ‘giglio magico‘ dei renziani (Lotti, Boschi, Parrini, Marcucci) è forte e unito. Anche se i sostenitori di Martina controbattono sostenendo che i numeri dei firmatari non sarebbero realistici. Probabilmente, gli alti gerarchi del Nazareno avevano commesso qualche errore di calcolo. O di conta.