È allarme alga tossica nelle coste italiane. Invisibile a occhio nudo, l’Ostreopsis ovata si trova nelle coste con fondali rocciosi, predilige le acque calme, calde e con buona luce. Le coste interessate sono quelle genovesi, tirreniche laziali, emiliane, ioniche e dell’Alta Toscana, nonchè quelle della Sicilia, Puglia, e dell’Alto Adriatico. A diffondere la notizia è la Società Italiana di Tossicologia, seconda la quale il fenomeno si verifica “da quando la tropicalizzazione del clima favorisce il fiorire di alghe bentoniche che producono tossine anche alle nostre latitudini”.
Per entrare in contatto con l’alga tossica basta “inalare queste tossine quando ci si bagna e/o ci si espone all’aerosol marino, costituito dalla miriade di goccioline d’acqua sospese in aria, generato dalle onde che si infrangono sulla riva”, spiega la Sitox. Le alghe hanno dimensioni che vanno dai 30 ai 70 micrometri, quindi sono invisibili a occhio nudo. La loro unione genera chiazze di colore rossastro, simili a mucillagini. È dunque consigliabile, in loro presenza, stare lontano almeno 100 metri dalla riva.
Dopo essere entrati a contatto con l’alga tossica, possono insorgere diversi sintomi: febbre oltre i 38 gradi, congiuntiviti, rinorrea, tosse e problemi respiratori anche gravi, dermatiti da contatto, in qualche caso anche nausea e vomito. Attenzione alle tossine marine prodotte da alghe che possono entrare nella catena alimentare. Meglio evitare il fai-da-te nella raccolta, per esempio di cozze dalle rocce, ricci e altri organismi.